EUDOKIA II il relitto per tutti dell’alto Adriatico

L’Eudokia II, un relitto per tutti dell’alto Adriatico. Il racconto di un cargo che viene speronato da un altro, a causa della nebbia, al largo di Chioggia. Scopriamo insieme che cosa c’è, oggi, là sotto. In questo reef artificiale. E scopriamo perché è definito un relitto per tutti.

Pronti? Uno, due, tre… via!!!

Noi, subacquei di lago

Quando finalmente, dopo molti sforzi, un corso Open Water volge al termine, giunge per l’istruttore il dilemma di gratificare gli allievi con un’esperienza memorabile, o comunque affascinante. Se possibile, soprattutto per noi subacquei di lago, in acqua salata, che per gli allievi diventa anche il battesimo del mare.

Chioggia, una scelta “obbligata”

Per chi abita nella terraferma veneta la scelta è quasi obbligata. O vai in Croazia, o vai a Chioggia. E allora: “Ragazzi che ne dite se andiamo al relitto Eudokia?”. Scoppia l’entusiasmo! Sia perché l’idea di cimentarsi con un relitto è sempre percepita dal neofita come “eroica”. Sia perché durante il corso hanno sentito nominare questo benedetto “ferrone” più volte. Come se fosse il tuffo più bello del mondo.

Detto fatto, siamo in luglio e fa caldo, il mare è piatto. Una telefonata all’amico David “Devy” Mantovani di Isamar Diving Center. Il gommone è ormeggiato a Marina Foce dell’Adige e siamo a bordo per la domenica mattina.

EUDOKIA II - il relitto  per tutti dell’alto Adriatico
Granseola sul relitto dell’Eudokia II Ph Credit: Federico Scarmoncin

EUDOKIA II il relitto per tutti dell’alto Adriatico: la sua storia

Un’eccessiva fiducia nei moderni strumenti di navigazione

Un’eccessiva fiducia nei moderni strumenti di navigazione causò l’affondamento del Mercantile Eudokia II – EUDOKIA II – il relitto per tutti dell’alto Adriatico. Sto usando le parole di Piero Mescalchin, subacqueo e videosub esperto, che per primo si immerse sul relitto. Piero è anche patron dell’Associazione Tegnue di Chioggia nonché del Trofeo Fotosub Alto Adriatico.

Il suo affondamento

Era partito da Bargos in Bulgaria con un carico di 3000 tonnellate di metallo in coils, la mattina dell’8 marzo 1991. A circa 6 miglia al largo di Chioggia, mentre una fitta nebbia avvolgeva ogni cosa, venne speronato accidentalmente da un altro cargo, il Philippos. L’impatto provocò un’enorme squarcio nella murata sinistra, circa all’inizio della seconda stiva. Il mercantile colò a picco in pochi minuti. I marinai lanciatisi precipitosamente nelle fredde acque furono tutti tratti in salvo dallo stesso Philippos.

EUDOKIA II - il relitto  per tutti dell’alto Adriatico
Una flabellina e l’occhio della subacquea Ph Credit: Federico Scarmoncin

L’Eudokia si inabissò rapidamente su un fondale di 24 metri, in assetto di navigazione, sprofondando nel fango per ben 5 metri a causa del pesante carico. Nel 1993 il carico venne recuperato, svuotando le stive che oggi sono aperte e visitabili. Nel 1994 venne deciso di smantellare il castello di poppa che emergeva troppo vicino alla superfice mettendo a rischio la navigazione. Il castelletto fu quindi tagliato e affondato a circa 50 metri dalla murata di dritta del relitto. Il castelletto è raggiungibile dal subacqueo che sa esattamente come raggiungerlo. Bisogna infatti seguire una piccola cima adagiata sul fondo fangoso. Fortemente sconsigliato, inoltre, l’ingresso nel pozzo che sia apre sul castello di poppa. E che porta alla sala macchine, alle cucine e alle officine della nave. La presenza di limo che si solleva al minimo movimento rende, infatti, la penetrazione pericolosa. E adatta solo a sub addestrati e con la giusta attrezzatura. Le targhe poste sopra il castello di poppa ci ricordano chi una volta entrato non ha più trovato la via d’uscita…

EUDOKIA II il relitto per tutti dell’alto Adriatico oggi

EUDOKIA II - il relitto  per tutti dell’alto Adriatico
Una flabellina si appoggia su un alga con una spugna sullo sfondo Ph Credit: Federico Scarmoncin

Il relitto oggi, 77,30 metri di lunghezza e 11,92 di larghezza, è adagiato in assetto di navigazione, con il castello di poppa a 15 metri di profondità, e l’elica a -28 metri. Nel corso del tempo è divenuto un affascinante reef artificiale interamente ricoperto da Epizoanthus arenaceus, un esacorallo coloniale di colore grigio con lunghi tentacoli bianchi. È ricoperto inoltre da altri invertebrati quali cozzeostricheanemoni di vari colori, spugne arancioni e spirografi (Sabella spallanzani). Che hanno rivestito ogni centimetro libero dello scafo, coprendo l’originale colore azzurro della nave. Attorno, nuotano numerosi pesci di varie specie. Attirati dalla presenza di cibo e sfruttando il relitto stesso come riparo dalle reti a strascico e dalle turbosoffianti. Che, purtroppo, devastano i fondali dell’Alto Adriatico. Troviamo le immancabili castagnole (Chromis chromis) e grossi banchi di merluzzetti. E poi, ancora, boghesardineocchiatesaraghi

Negli anfratti della nave ed attorno alla stessa, trovano riparo altri pesci tipici dell’ambiente roccioso mediterraneo. Sciarranitordi, bavoseghiozzi, e scorfani di ogni dimensione. Estremamente abili a mimetizzarsi tra le strutture concrezionate. Troviamo, ancora, polpi e seppieNudibranchipagurigranchi ed altri piccoli crostacei. Un vero paradiso per il fotografo macro.
Quasi sempre, alcune corvine (Sciaena umbra) stazionano presso lo squarcio della collisione e all’interno della “sala grande” nascondendosi tra le lamiere contorte.
Sul fango, intorno al relitto, dove il fondo da 23 metri sprofonda di altri 5 metri a causa del peso della nave, tra i gusci dei bivalvi morti si trovano colonie altri animali. Stelle serpentine, ofiure della specie Ophiothrix fragilis. Che in alcuni punti si ammassano fino a formare veri e propri tappeti. Oltre a grossi cerianti (Cerianthus membraceus), a tane di astici e di gronghi (Conger conger). A volte anche di dimensioni ragguardevoli.

EUDOKIA II - il relitto  per tutti dell’alto Adriatico
Una bavosa Ph Credit: Federico Scarmoncin

EUDOKIA II il relitto per tutti dell’alto Adriatico, l’immersione

Briefing e preparazione

Alle 8.30 del mattino siamo in darsena alla Foce dell’Adige, accolti da Devy che sta preparando il gommone. I ragazzi sono entusiasti e concentrati. La classica confusione della “prima volta” richiede un po’ di indicazioni da parte di guide e istruttori. Ma in poco tempo le attrezzature sono montate e pronte ad essere imbarcate. Considerata la profondità, il mono bombola da 15 litri è più che sufficiente per un bel tuffo. Per i brevettati nitrox l’uso della miscela è consigliato per guadagnare alcuni piacevoli minuti di fondo senza decompressione.

La navigazione e le solite importanti precauzioni

EUDOKIA II - il relitto  per tutti dell’alto Adriatico
Una flabellina si appoggia su un alga
Ph Credit: Federico Scarmoncin

Mentre gli assistenti di Devy terminano di caricare i gruppi approfitto per fare ai nuovi open un briefing completo. Dando indicazioni chiare anche su cosa non fare assolutamente (come infilarsi nelle stanze o peggio nel famigerato pozzo di poppa).

Dopo 25 minuti di navigazione “forza olio”, siamo ancorati sopra il relitto. La grossa boa è pedagnata sull’angolo di destra del castello di poppa e sarà la nostra cima di discesa.

Ultime raccomandazioni prima del tuffo. L’immersione sull’Eudokia non è certo difficile, ma neppure da sottovalutare. Il sito è soggetto alle imprevedibili correnti dei fiumi (Adige, Brenta e Po). Ma soprattutto è caratterizzato, come tutto l’Alto Adriatico, dalla scarsa visibilità, che può variare da pochi centimetri fino al massimo a 10 metri. Inoltre, bisogna muoversi tra argani e lamiere concrezionate, tipiche di ogni relitto. Mantenere il contatto visivo con la guida o non uscire dalla nave sono condizioni essenziali per immergersi in sicurezza.  

La discesa

Iniziamo la discesa nell’acqua verde per la fioritura delle alghe, come al solito il relitto sarà visibile solo negli ultimi metri di discesa. Superati gli 8 metri il “verdone” si dirada un po’ e finalmente riusciamo a scorgere il castello di poppa sotto noi. Nuvole di castagnole e boghe ci avvertono che siamo vicini al relitto. La visibilità è nella media, per fortuna! 

EUDOKIA II - il relitto  per tutti dell’alto Adriatico
Particolare dell’interno dell’Eudokia II
Ph Credit: Federico Scarmoncin
EUDOKIA II - il relitto  per tutti dell’alto Adriatico
La fioritura delle alghe rende l’acqua di colore verdastro
Ph Credit: Federico Scarmoncin

L‘immersione

Siamo subito accolti da “Fuffy” un grosso grongo che abita in un tubo che sporge proprio a fianco della cima di discesa. Restiamo qualche minuto a giocare con lui per poi scendere sulle scale di poppa. Qualche sub più esperto si avventura oltre la murata fino all’elica dove abita un enorme astice che fa capolino per vedere chi sono i visitatori. Mi faccio seguire movendovi lentamente lungo il corridoio esterno destro della poppa.

Il relitto è completamente concrezionato da ostriche taglienti, cozze, spugne e altri organismi. Sempre con molta attenzione, entro in un corridoio sulla sinistra per entrare in una sala molto grande, l’unica accessibile, con ampie finestre e molta luce. Alcuni cavi pendono dal soffitto e bisogna muoversi con attenzione. Un gruppo di corvine staziona in un angolo della stanza indifferenti alla mia presenza. Scatto un paio di foto ed esco a recuperare i ragazzi.

Proseguiamo lungo la murata di dritta. Superiamo argani e tubi contorti con appesi gruppi di flabelline viola. Alla nostra sinistra si aprono le stive, vuote e coperte di sabbia. A destra, la murata della nave scende fino al fondale a 24 metri. Dove sono stati accatastati alcuni rottami e le lamiere di copertura delle stive. Gruppi di merluzzetti gironzolano tra i rottami catapultandoti con la mente su un fondale del Mare del Nord. 

Il castello di prua

EUDOKIA II - il relitto  per tutti dell’alto Adriatico
Banchi di pesci ricoprono il relitto dell’Eudokia II
Ph Credit: Federico Scarmoncin

Il relitto, con il passare del tempo, si sta aprendo sempre di più. È stato necessario tirare una cima per “saltare” da una stiva all’altra. Soprattutto in condizioni di scarsa visibilità, senza perdere la direzione giusta. Arriviamo finalmente sul castello di prua, dove è ancora ben visibile la grande ruota dentata dell’argano. Allontanandosi all’esterno della murata, è possibile ammirare l’imponente prua della nave. Il ritorno lo facciamo seguendo la murata sinistra, scendendo un po’ lungo la stiva. Al nostro passaggio grosse grancevole corrono a nascondersi. Giù per la stiva, sollevando nuvole di polvere. Uno sguardo verso l’alto per ammirare in controluce il pesce che gironzola sopra le nostre teste, che esplosione di vita!! 

Lo squarcio e il cassero

Riattraversiamo il passaggio tra le due stive sorvolando lo squarcio prodotto dall’impatto con il Philippos, incontriamo ancora gruppi di flabelline e arriviamo sotto il cassero dove spesso si appostano degli scorfanetti a riposare. Riprendiamo il corridoio di sinistra, ma circa a metà una porta caduta blocca il passaggio. Siamo costretti ad aggirarla uscendo oltre la murata e a risalire di qualche metro per ritrovarci sul castello di poppa. Uno spazio enorme completamente concrezionato. Dove si aggirano, in mezzo a gruppi di porifere e giardini di esacoralli (epizohantus), granchi e piccoli serranidi (serranus hepatus).

EUDOKIA II - il relitto  per tutti dell’alto Adriatico
Un piccolo serrano fa capolino
Ph Credit: Federico Scarmoncin

Si risale e…

Quando finalmente le teste spuntano dall’acqua e risalgono sul gommone gli sguardi felici dei ragazzi ti confermano che anche stavolta è andata bene. E che non sempre è necessario un tuffo “abissale” per passare una bella giornata. D’altra parte il nostro Mediterraneo ci riserva ricchezza di vita anche a profondità decisamente ricreative.

E Ora…. si va a mangiare!!!!!

EUDOKIA II - il relitto  per tutti dell’alto Adriatico
Madrepore coralline con i polipi aperti
Ph Credit: Federico Scarmoncin
EUDOKIA II - il relitto  per tutti dell’alto Adriatico
Le lamiere confezionate e ricoperte d’alghe dell’Eudokia II
Ph Credit: Federico Scarmoncin

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