Due giorni di relitti in Croazia (parte 1)

Due splendidi giorni di immersione sui relitti della Croazia, A Rovigno. Con gli amici di Schio Sub, Aquemotion e XR Scuba Academy. Impressioni (e peripezie….) di una neosubacquea tecnica in transferta

Rovigno: 30-31 Ottobre 2021

Un lungo viaggio, dalla Sicilia alla Croazia

Dopo il volo aereo Palermo/Trieste e 4 lunghe ore di attesa in aeroporto, io e la mia incredibile autista Ilaria (lei si é subito proposta senza conoscermi, di darmi uno strappo fino a destinazione), ci avviamo verso la Croazia, felici di potere fare finalmente conoscenza.

Ci accorgiamo di avere tante cose in comune, tra cui un potente senso del «disorientamento»….! 

Cosi, dopo esserci smarrite nella campagna Slovena, dopo “sole” 4 ore di strada,  siamo giunte finalmente a destinazione!

Se il buongiorno si vede dal mattino

Ma ne è valsa ampiamente la pena e adesso vi racconto il perché.

Innanzitutto, l’accoglienza dei nostri compagni di immersione é stata fantastica, e non c’entra nulla il fatto che sia arrivata con lo zaino pieno di dolci Palermitani per loro!

E poi per gli istruttori SSI: Martina Campagnolo, Mirko Dalla Libera, Federico Scarmoncin, Antonio Pilotto (e Kendy!). Fanno parte di due club subacquei: Schio Sub e Aquaemotion ed io sono stata invitata da loro.

Due giorni di relitti in Croazia

Sabato mattina, apro la finestra della mia camera presso la Villa Dobrovac e scopro un panorama stupendo: mare calmo e cielo azzurro, la mia avventura inizia sotto i migliori auspici.

https://www.villa-dobravac.com

Camminando verso il diving prenotato da Fede e Alice, sento crescere in me, sempre piu, l’emozione che mi procura questa nuova esperienza.

Due giorni di relitti in Croazia

É la mia prima trasferta da subacquea TEK fuori dal mio diving in Sicilia e senza i miei buddy e amici.

Ma come un uccellino che deve uscire dal proprio nido e avere fiducia nell’incognito perché é arrivato il momento giusto… eccomi, pronta a spiccare il volo!

Si parte per la prima immersione, direzione il Baron Gautsch

Considerato come il relitto più bello dell’Adriatico, questa nave passeggeri austriaca, costruita nel 1908, é affondata nel 1914 a causa dell’impatto con una mina.

Due giorni di relitti in Croazia
La sua storia

La nave di lusso del Baron Gautsch, lunga 84,5 metri e larga 11,6 metri viene varata in mare in un cantiere britannico nel 1908. Dal 1908 al 1914 si occupa di trasporto passeggeri dalla Dalmazia verso Trieste e altri porti dell’Adriatico settentrionale.

Il 13 agosto 1914 il Baron Gautsch era di ritorno con il suo carico di passeggeri seguendo la via di navigazione più breve. Molto più vicino alla costa rispetto a quanto ordinato dal governo militare, era in rotta, a piena velocità. Dritto verso il campo minato deposto dal posamine Basilisk della Marina militare austro-ungarica. Quel giorno erano state deposte in mare delle mine per proteggere la via di accesso al porto militare di Pola. Purtroppo, nessuno dell’equipaggio vide i segnali di avvertimento mandatogli.

La nave si trovava ormai nel campo minato. D’un tratto, lungo il lato sinistro, echeggiò una forte detonazione, l’acqua fu catapultata in aria e coprì tutta la nave che iniziò ad inclinarsi a sinistra a grande velocità.

Era trascorso appena qualche minuto dopo l’esplosione e la nave a vapore Baron Gautsch si trovava ormai per sempre nelle profondità marine. 

L’equipaggio del Basilisk, che si trovava vicino, con l’aiuto di tre cacciatorpedinieri, riuscì a salvare in tutto 159 persone. Purtroppo 177, di cui molte donne e bambini, persero la vita nel naufragio.

Sott’acqua

Da allora, la nave giace sulla chiglia in posizione eretta su un fondale sabbioso alla profondità di  37 – 41 metri.

La parte più alta e meno profonda della nave è il ponte superiore. Lo scafo è ben conservato e al centro del lato sinistro della nave. All’altezza della colonna d’acqua, si apre un foro delle dimensioni di 2 metri x 2 metri causato dall’esplosione della mina. A prua si trova il verricello salpa ancora e entrambe le ancore sono al proprio posto. Il cassero della nave è raggiungibile anche da sommozzatori con poca esperienza. 

Due giorni di relitti in Croazia
Ph credit: Alberto Lorenzon

Nella zona circostante la nave si possono trovare diverse specie di pesce, da grandi sciami di pesce di piccole dimensioni a esemplari più grandi di tonno.

Due giorni di relitti in Croazia
Ph credit: Alberto Lorenzon

Quando la visibilità è eccellente, le parti della nave si possono vedere dalla superficie. La visibilità all’interno della nave è di gran lunga migliore rispetto all’esterno del relitto, dato che le  correnti marine sono meno forti. Ma è necessaria molta prudenza nel muoversi lungo i ponti e attraverso i locali in cui si trova sempre uno strato sottile di fanghiglia che si alza facilmente se si agitano  inutilmente le pinne.
L’immersione al relitto del Baron Gautsch è possibile solamente tramite un centro d’immersione che possieda il permesso speciale del Ministero della Cultura della Repubblica di Croazia.

Il Giuseppe Dezza

Il relitto si trova a nord dell’isola di Brioni, tra Rovigno e Pola.

La sua storia

Lungo 73 metri, il cacciamine italiano che fu costruito nel settembre del 1913 e affondato il 17 agosto 1944, giace tra 28 e 37 metri di profondità.

Fino al 1929 la nave era sotto il nome di ” Pilade Bronzetti “. Operò principalmente nel basso Adriatico e nelle acque greche, facendo da scorta al traffico marittimo.
Dopo la guerra, fu inviato in varie parti del Mediterraneo con missioni di ispezione e scorta.
L’8 Dicembre 1920, il Pilade Bronzetti entrò nel porto di Fiume e l’equipaggio, ammutinandosi, si schierò dalla parte dei legionari di Gabriele D’Annunzio. Il nome del Pilade Bronzetti diventò Giuseppe Dezza. I tedeschi lo catturarono l’11 settembre 1943, nonostante il tentativo di auto sabotaggio dell’equipaggio. 

Sottoposto a lunghi lavori di riparazione, entrò in servizio il 9 giugno 1944 nella Kriesgsmarine con il nominativo di TA 35 e venne assegnato alle scorte lungo la costa dalmata. Il suo servizio fu però assai breve, perché il 17 agosto 1944, mentre percorreva il canale di Fasana presso Pola, fu affondato da un aereo britannico scoperto durante il normale volo di ricognizione. Fece 71 vittime tra l’equipaggio. Il siluro che affondò la torpediniera la spezzo in due parti, che ora giacciono sul fondo del mare e, di conseguenza, la prua si trova a più di 50 metri dalla poppa.

Due giorni di relitti in Croazia
L’immersione

I subacquei si immergono principalmente nella parte di poppa, essendo quella più interessante. È segnata in superficie da una boa collegata direttamente al cannone antiaereo tramite una cima.
Le caratteristiche dell’immersione la rendono adatta ad un pubblico esperto. Infatti, normalmente c’è corrente e la visibilità è limitata. La discesa avviene nel blu. Dopo pochi metri, la superficie scompare e sembra che si affondi negli abissi poiché la cima scompare anch’essa, in un buio torbido. 

Però presto appare il cannone antiaereo in tutta la sua grandezza, puntato minacciosamente verso l’alto. Ci sono anche due belle mitragliatrici e il relitto è diventato la casa di molti abitanti marini: quasi sempre è facile incontrare astici, scorfani e nudibrachi.

La degna conclusione di una gran prima giornata

Torniamo al diving, all’imbrunire, stanchi ma felici. Credo che i sorrisi sulle nostre facce parlano da soli!

Dopo un’abbondante cena con specialità ittiche locali e annaffiata dalla famosa “pozione blu” di Doroty, ci rechiamo, tutti contenti e soddisfatti nelle nostre camere per un riposo ben meritato !

Ma il mio resoconto sulle peripezie di una neo subacquea tecnica in trasferta ed in missione in terra croata non finisce qui. Martedì prossimo, sempre qui, troverete il racconto della terza immersione di questo viaggio emozionante.

La vostra Julie, reporter in missione in terra straniera…