La secca delle aragoste

La secca delle aragoste è un sito di immersione particolare, abbastanza unico nel suo genere. Se avrai voglia di leggere la mia esperienza scoprirai il perché.

Pronto? Let’s go…

Come arrivare stanco e in ritardo al diving center…

Arrivo alle pendici di questo scenografico borgo marinaro abbastanza stanco, sebbene siano solo le 9 del mattino.

Sono partito quasi due ore fa da Chiavari e come al solito le autostrade della Liguria mi hanno riservato una piccola ma sgradevole sorpresa. Il solito e dannato lavoro in corso.

Mentre percorro i tornanti ripidi che mi portano verso il mare osservo rapito questo paesaggio decisamente molto bello e scenografico. Sotto di me ci sono due di questi famosissimi cinque borghi che si stagliano sul mare e sono visibili in tutto in tutta la loro magica bellezza.

Raggiungo l’apice di questo luogo, dove troverò il diving center che mi accompagnerà verso la mia immersione alla secca delle aragoste.

Alla spasmodica ricerca di un parcheggio

Qui, il transito delle auto è vietato. Una sbarra mi obbliga a trovare un parcheggio all’interno dell’unico autosilos locale. Che purtroppo, di posti disponibili ne ha veramente pochi. Soprattutto se si considera l’enorme afflusso di turisti che c’è in questo periodo.

Mi ci vuole, purtroppo, parecchio tempo per attendere che se ne liberi uno.

Fortunatamente, uno dei miei compagni di immersione si è già preoccupato di chiamare un servizio navetta che si occuperà di trasportare verso il centro del paese tutta la nostra attrezzatura.

Una lunga camminata alla ricerca del diving center

Io, nel frattempo, con molta fatica riesco finalmente a parcheggiare e a scendere a piedi una lunghissima discesa. Che mi porterà dal parcheggio alla stazione ferroviaria. Da qui inizia una scalinata che mi conduce verso un tunnel scavato sotto la ferrovia, all’interno del quale trovo il diving center.

Il servizio di navetta aveva lasciato la nostra attrezzatura all’imbocco della scalinata che conduce nei sotterranei ferroviari. Il mio compagno di immersioni l’ha trasportata, scalino dopo scalino, sino a destinazione.

Lo ritrovo sudato mentre sta affannosamente preparandosi.

Il diving center e quei dannati 9 minuti di ritardo

L’ambiente è inevitabilmente molto umido e anche abbastanza stretto. Ma non questi i particolari che possono limitare il mio entusiasmo.

Sono le 9:39 minuti quando attivo l’applicazione di SSI per presentare la mia certificazione alla reception. La convocazione era prevista per le 9:30. Non male, penso, nonostante tutti gli imprevisti e la fatica di uno dei miei buddy.

Fortunatamente ho tutta l’attrezzatura pronta e il mio Mares SCR Horizon è già stato preparato la sera precedente. Sono pronto per l’immersione alla secca delle aragoste.

Un prodigioso recupero e… sono il primo a presentarmi in banchina

Quindi, non devo far altro che indossare la mia muta stagna e portare tutta la mia attrezzatura al molo.

Purtroppo ci sono ancora parecchi parecchi gradini da fare, questa volta zigzagando con tutta l’attrezzatura sulle spalle e sulle mani, tra una massa inverosimile di turisti, molti dei quali stranieri.

Stanno fotografando un panorama che solo qui, in Italia, in Liguria dico con un piccolo moto d’orgoglio, possono trovare. Hanno tutti l’espressione di chi sta per dire: “wow” di fronte a questo paesaggio unico.

Arrivo per primo in banchina sebbene sia stato l’ultimo ad arrivare al diving center. La mia attrezzatura è al molo ben prima che ormeggi la barca che ci condurrà alla secca delle aragoste.

Piano piano, tutti gli altri scendono gli inesorabili gradini e arrivano.

Le 5 Terre e la loro inesauribile fonte di ricchezza data dal turismo

Inevitabilmente, moltissimi anni fa, questi cinque borghi marinari, queste 5 Terre, erano semplici paesini di mare, le cui case, tipiche costruzioni in stile genovese, era davvero abitazioni di pescatori. In quei tempi si vivevano tutte le fatiche, i rischi e le preoccupazioni tipiche di chi cercava fortuna con il mare e con la pesca.

Oggi sono paesi ricchissimi, grazie alle caratteristiche uniche del luogo ma anche grazie ad un’abilissima campagna di marketing che ha attirato e attira costantemente da queste parti flotte interminabili di turisti.

La secca delle aragoste
Photo Credit: GC Project Photography – Giovanni Crisafulli

La secca delle aragoste

Si parte, finalmente, alla volta alla volta della secca delle aragoste, che mi uno dei miei due compagni di immersione mi ha definito stupendo.

La secca delle aragoste non è molto distante dal punto d’imbarco, nel briefing ci hanno detto che dista tre minuti di navigazione.

Siamo in Zona A del Parco Marino delle 5 Terre. Un membro dello staff del diving center mi ha detto che è l’unico sito di immersione, in una Zona A di un’area marina protetta, praticabile dai subacquei privati in Italia. Non ho approfondito e non ho cercato riferimenti validi in rete. Ve la riporto esattamente come mi è stata venduta.

Il motivo di questo permesso è che il diving center praticava immersioni in questa zona molto prima che l’area marina protetta fosse costituita. Anche qui, l’ho presa per buona e non ho approfondito.

Una boa alla quale è attaccata una catena che a sua volta è collegata ad un basamento in cemento, segnala il punto di immersione della secca delle aragoste.

L’immersione della secca delle aragoste

Noi scendiamo su un fondale che mi sembra più di consistenza fangosa che sabbiosa. La Posidonia oceanica ricopre la distesa. È un ottimo segnale di buona salute del mare.

Ci dirigiamo verso nord e andiamo ad incocciare uno scoglio, anzi una serie di grossi scogli che danno origine ad una secca, la secca delle aragoste. Il fondale digrada lentamente, da 20 metri sino a 35.

Il coralligeno è piuttosto scarso, mancano i ventagli di gorgonie rosse e la presenza di madrepore è molto limitata. In compenso, ho trovato qualche bel ramo di Leptogorgia sarmentosa con delle varianti di colore molto interessanti.

Ma ciò che scatta subito agli occhi è la impressionante presenza di crostacei. La secca delle aragoste è davvero piena di questi meravigliosi animali. Li troviamo in coppia, all’interno di anfratti angusti e meno angusti. Sono di grosse dimensioni, ci aspettano e ci controllano, diffidenti ma curiosi con le loro antenne sempre in movimento. Abbiamo la possibilità di sbizzarrirci con le nostre riprese.

La torcia subacquea Rigel di Salvimar

Ho portato con me, in prova, una torcia subacquea che produce Salvimar.

Si chiama Rigel e sviluppa una potenza di 3800 lumen con un’autonomia di ben 250 minuti. Vale a dire 5 immersioni come questa alla secca delle aragoste.

È impermeabile sino a 100 metri di profondità e potrà quindi venire con me anche per immersioni più impegnative.

Le sue dimensioni (255mm x 60mm) e il suo peso (580 grammi) sono perfette per garantirmi la giusta maneggevolezza durante le ispezioni e il facile ricovero nella tasca della muta stagna quando passo in modalità ripresa video.

Ha un indicatore di carica ben visibile anche sott’acqua e, comunque, la ricarica è veloce e semplice.

Insomma, da oggi ho un valido strumento di ausilio per la ricerca di materiale da riprendere.

La secca delle aragoste
Photo Credit: GC Project Photography – Giovanni Crisafulli

La potenza degli illuminatori Revolution 7000 di Easydive

Non mi stancherò mai dirlo: “per fare delle belle riprese subacquee l’illuminazione è fondamentale”.

Io avevo a disposizione un paio di Illuminatori Revolution 7000 forniti da Easydive.

Ho ripreso con il mio smartphone che alloggiava serenamente sott’acqua all’interno della apposita custodia subacquea DiveShot, anch’essa di Easydive.

Non solo aragoste

Ad un certo punto, siamo nella zona più profonda dell’immersione, la nostra attenzione viene richiamata da un’enorme grongo, davvero grande. Sta all’interno di una tana e ne esce per metà. È guardingo, il suo occhio a palla rimane fisso su di noi che riusciamo a fotografarlo a filmarlo.

Risalendo verso il punto di partenza incontriamocimi, in ogni dove, delle murene. Alcune sono piccoline, altre di grossa dimensione. Alcune sono nascoste e infrattate, altre riposano bellamente sul fondale, senza riparo alcuno.

E poi, molte tane di polpi. Alcune disabitate altre piene. Lui è li, attento, raggomitolato sui suoi tentacoli. Ogni tanto soffia, giusto per farci capire che non dobbiamo osare troppo.

La secca delle aragoste
Photo Credit: GC Project Photography – Giovanni Crisafulli

Le fotografie di questo racconto

Le fotografie di questo racconto sono foto d’autore, opere di uno dei miei due buddy: Giovanni Crisafulli.

Potete trovare una collezione dei suoi scatti subacquei sul suo sito:

https://gcprojectphotography.it/photos/

Se volete acquistarne qualcuno, stampata sul supporto che voi preferite, potrete contattarlo al seguente indirizzo: info@gcprojectphotography.it

I suoi quadri rappresentano delle ottime opportunità di arredo.

Giovanni Crisafulli

Consigli per chi sceglie di immergersi alla secca delle aragoste

La secca delle aragoste è un’immersione assolutamente ricreativa, da fare in totale comfort per chiunque sia in possesso di una certificazione per praticare immersioni ricreative profonde. Ovvero con limite massimo di 39 metri e senza decompressione.

La secca delle aragoste dista una ventina di metri dalla boa di risalita e anche in condizioni di scarsa visibilità la risalita è agevole e sicura.

Vi consiglio vivamente un equipaggiamento ricreativo e il meno pesante possibile. Salire e scendere dal diving alla banchina, così come trasportare l’attrezzatura sulle scale del sottopasso della ferrovia è molto faticoso. Quindi meno peso avete con voi e meno fatica farete.

Io ho scelto di immergermi con l’Horizon e mi sono trasportato parecchio peso sulle spalle. Non la ritengo una scelta sbagliata, anzi ritengo che immergersi con questo SCR della Mares sia molto utile.

Perché, sebbene i tempi pianificati dal diving center siano solamente i classici 45 minuti, io ho respirato una miscela nitrox e ho ridotto al minimo la mia invasività acustica. E son riuscito ad avvicinarmi incredibilmente alla vita marina senza disturbare gli animali o rovinare l’ambiente.

Il tutto, nel totale rispetto dell’ambiente marino seguendo i principi di Marevivo

Nell’affascinante mondo subacqueo, alla secca delle aragoste come altrove, il comportamento responsabile del subacqueo è fondamentale per la tutela e la conservazione dell’ambiente marino.

Seguendo i principi di Marevivo, organizzazione italiana impegnata da anni nella protezione dei mari, i subacquei possono contribuire attivamente a preservare l’ecosistema sottomarino per le generazioni future.

Rispettiamo sempre la fauna e la flora marina, manteniamo una giusta distanza di sicurezza dagli organismi marini, evitiamo di toccarli o di interferire troppo con il loro naturale comportamento.

Quanto costa immergersi alla secca delle aragoste?

L’immersione alla secca delle aragoste è costata 65€.

A ciò si dovranno aggiungere i costi di trasporto.

Se arrivate a Riomaggiore in auto, dovrete uscire a La Spezia e seguire l’itinerario per le 5 Terre. Oltre al costo del carburante e del pedaggio autostradale, dovrete aggiungere il costo del parcheggio, che si aggira sui 20€.

A ciò vi consiglio di aggiungere un costo di 20€ (andata e ritorno) per il servizio navetta, a bordo di un mezzo tipo Ape Piaggio. Vi eviterà una fatica che per me sarebbe impossibile. Soprattutto in salita, al ritorno.

Più economica, ma decisamente meno agevole in particolare per chi arriva da lontano ed è costretto a fare dei cambi, è la soluzione del treno. Evita il costo del parcheggio e della navetta.