La secca dei due balconi, un ambiente totalmente ricoperto dalle gorgonie. Una prateria infinita che sembra perdersi a vista d’occhio, sullo sfondo un blu immenso che lascia filtrare la luce del sole. Una specie di fitto bosco subacqueo fatto di gorgonie di ogni genere, a volte più alte di un uomo. Un piccolo paradiso sommerso che vive rigoglioso. In barba all’inquinamento, alle micro plastiche, ai cambiamenti climatici e a tutte le catastrofi naturali che si stanno abbattendo sul pianeta a causa dei nostri incuranti comportamenti.
Tutto era nato qualche settimana prima, alla fine di un luglio che era iniziato male, con piogge e freddo e che stava finendo in modo infernale, con un caldo insopportabile, umido e afoso.
Mi ero imbattuto in un post su Facebook di qualche bravo fotografo subacqueo. C’erano delle foto devastanti, di un ambiente totalmente ricoperto dalle gorgonie. Una prateria infinita che sembrava perdersi a vista d’occhio, sullo sfondo un blu immenso che lasciava filtrare la luce del sole.
Insomma, il fotografo sarà stato un vero genio, ma per me, quella roba lì era da perderci il sonno.
Arenzano, la secca dei due balconi
Sino a quel momento, per me, ad Arenzano l’unica cosa interessante da vedere sott’acqua era l’Haven.
Non avrei mai immaginato che, a due passi dalla costa di ponente, ci potesse essere la secca dei due balconi, una specie di fitto bosco subacqueo fatto di gorgonie di ogni genere. Un piccolo paradiso sommerso che vive rigoglioso. In barba all’inquinamento, alle micro plastiche, ai cambiamenti climatici e a tutte le catastrofi naturali che si stanno abbattendo sul pianeta a causa dei nostri incuranti comportamenti.
Andrea Bada e Techdive
Un paio di domeniche dopo, guarda il caso, ero proprio ad Arenzano per andare, con un gruppo di amici di XR Scuba Academy a fare un’immersione sull’Haven, con l’obiettivo di andare a controllare lo stato di salute del ramo di corallo nero che, un paio di anni prima, con gli amici di Marevivo avevamo recuperato e messo in salvo.
E ogni volta che si fa un’immersione ad Arenzano sull’Haven si va da Techdive con Andrea Bada, il “cacciatore di relitti”. L’unica cosa che ci accomuna è che siamo torinesi tutti e due. Per il resto lui è un fuori quota che va a 200 metri di profondità e io ho sempre avuto quel non so che di riverenza. Lui super subacqueo e io un mezzo sfigato che scrive delle storie e fa dei video. Ma se scavi un po’, se superi quella patina burbera, scopri che appartiene quella categoria di eroi umili, sempre pronti a darti dei suggerimenti e dei consigli. Ma mai con presunzione e nemmeno supponenza.
Andrea Bada, Techdive e la secca dei due balconi
A chi avrei potuto chiedere informazioni se non proprio a lui?
Non so se se la sia cantata oppure no, però mi sembra di aver capito che la secca dei due balconi l’ha scoperta lui. E lui ha pure messo la boa di segnalazione del sito per primo.
E quindi, secondo voi, con chi mi sarei potuto immergere alla secca dei due balconi? Con Andrea Bada, ovviamente.
6 agosto 2024
E arriviamo al 6 agosto del 2024, il giorno della secca dei due balconi. Un caldo devastante, di quelli che sudi al solo pensiero di mettere la muta stagna. Già, perché quando si va da Bada ci si mette la stagna anche a Ferragosto. Quel caldo che ti fa camminare rasente i muri per trovare quel po’ d’ombra che ti fa sembrare tutto leggermente più fresco. Quel caldo che ti obbliga a bere ettolitri d’acqua che rimpiangerai di aver bevuto quando sarai, la sotto, con la tua bella muta stagna.
La squadra è presto fatta. Da sinistra verso destra, nella foto qui sotto, abbiamo Yme Carsana, il sottoscritto, Andrea Bada e Gianluca Jin Recita. C’è anche Andrea Ghislanzoni che probabilmente ha fatto la foto, viste che con quel caldo era molto difficile trovare qualcuno in giro sull’asfalto bollente del porto di Arenzano.
Erano stati tutti arruolati il giorno dell’immersione sull’Haven.
Se non hai voglia di continuare a leggere puoi guardare subito questo video su Instagram. Ma ricordati di mettere il ❤️ e di diventare un mio follower…
Se invece vuoi leggere il racconto emozionante della secca dei due balconi, con le sue gorgonie e i suoi meravigliosi colori allora puoi proseguire
La secca dei due balconi
La cima dell’ormeggio ci proietta a 36 metri di profondità, su un fondale sabbioso, leggermente in discesa e ricoperto da grandi ventagli di gorgonie. Io potrei fermarmi qui, iniziare a fare foto e video e rimanerci per più di mezz’ora.
I colori sono fantastici. C’è una forte predominanza di giallo. Oltre alle gorgonie, prevalentemente bicolore, risono grosse spugne barile. Sono nel mezzo d’un bosco di gorgonie di ogni gradazione. I ventagli, in alcuni casi, superano la dimensione di un subacqueo.
Ma la secca dei due balconi è molto ampia e merita di essere visitata nella sua interezza. Assomiglia ad una sorta di altopiano sabbioso, in leggera discesa ma mai scosceso. È diviso in due parti. Una a monte, meno profonda e una a valle, in questo caso verso mare, che scende oltre i 50 metri di profondità. Come sempre succede, più vai profondo e più è bello. Qui, a 50 metri c’è da perdere la testa, ma non per la narcosi d’azoto.
L’altopiano che forma la secca dei due balconi è composta da una serie di panettoni rocciosi che si appoggiano sulla sabbia, che appare molto chiara, quasi bianca. E ogni panettone è un piccolo, ma rigoglioso, bosco di gorgonie, rosse, bianche, gialle e camaleontiche. Le spugne adornano il fondale e lasciano spazio al proliferare delle margherite di mare.
Visibilità e stato di salute delle gorgonie della secca dei due balconi
Sicuramente, la visibilità nel giorno in cui quel famoso fotografo ha fatto quegli incredibili scatti che ha postato su Facebook era migliore di quando siamo andati noi. Sicuramente la sua attrezzatura, e la sua bravura, gli hanno permesso di farmi vedere un panorama davvero incredibile. Però, se proprio devo trovare un difetto a questa immersione è che, proprio perché siamo su un fondale sabbioso, la visibilità può essere una forte incognita.
Ma è anche giusto stigmatizzare un grandissimo risvolto positivo. Lo stato di salute delle gorgonie mi è parso ottimo rendendo ancor più esaltante questo inaspettato sito d’immersione che solo il Mar Ligure può regalarci.