CoViD-19, vaccino e attività subacquea

La minaccia del CoVid-19, il vaccino e l’attività subacquea. La campagna vaccinale e come comportarsi dopo la somministrazione. Linee guida per chi è stato colpito dal virus e consigli sempre validi per la nostra integrità.

In quest’inizio dell’anno nuovo, in cui, come ce lo aspettavamo tutti, ma di certo non a questi livelli, i contagi legati alla variante Omicron sono in esponenziale aumento, mi preme augurare a tutti, tutti, ma veramente tutti, per il 2022, un anno migliore rispetto ai due precedenti e costellato di tantissimi tuffi nel blu.

Ho trascorso questa pausa natalizia trascorsa in famiglia tra Sicilia e Francia. E quindi ho necessitato di un“doppio smaltimento” necessario post pranzi e cenoni. Con la speranza di potere indossare la mia stagna senza somigliare ad un salsicciotto…. Alla luce dei bollettini dei casi Covid-19 della Fondazione Gimbe, mi è sembrato opportuno un breve ripasso delle linee guide in relazione alla pratica subacquea. Per chi è stato diagnosticato positivo al virus e chi ha seguito le raccomandazioni delle autorità sanitarie scegliendo di vaccinarsi.

CoViD-19, vaccino e attività subacquea

La Federazione francese di studi e sport subacquei (FFESSM)

Mi trovavo nella mia città natale, Marsiglia, sede della FFESSM (Federazione Francese degli studi e sport subacquei). E per far ciò sono andata a curiosare sulla pagina della Commissione Medica e di Prevenzione (CMPN) della Federazione.

Questa Commissione, ente di servizio della FFESSM, è stata istituita per la salvaguardia della salute e della sicurezza degli aderenti alle attività federali. Mediante misure di prevenzione, studio delle cartelle mediche e raccomandazioni generiche ma anche personalizzate. È costituita da professioni sanitarie e medici federali, sottoposti al Codice di deontologia e formati dalla stessa federazione. Sono professionisti del campo subacqueo e, pertanto, raffigurano referenti indispensabili.

CoViD-19, vaccino e attività subacquea

I vaccini

In un periodo di pandemia di CoViD-19, i vaccini sembrano essere un’arma essenziale nella lotta contro questa malattia. E quindi la soluzione più efficace al fine di porre termine alle restrizioni nelle attività e alla libertà!

Dopo la valutazione dell’Agenzia del Farmaco, i vaccini commercializzati in Francia nonché in Italia, sembrano essere efficaci con un buon livello di sicurezza. Offrendo un rapporto beneficio-rischio ampiamente favorevole alla vaccinazione

Questi vaccini sono efficaci nel prevenire la malattia, così come nel ridurre il trasporto del virus.

Come ben noto, la vaccinazione è la presentazione al corpo umano di una parte del microbo o del virus contro cui è diretta. Per preparare il sistema immunitario a riconoscere e combattere una data malattia. Nel caso di un successivo incontro con il virus o il microbo contro cui si è stato vaccinato, l’organismo è pronto ad attivare i propri mezzi per distruggere l’agente patogeno e quindi non contrarre la malattia o contrarla solo in minima parte. La scoperta di questo tipo di difesa ha permesso a certe malattie mortali o molto invalidanti di scomparire o di diventare molto rare. 

In Francia, i vaccini contro il CoViD-19 sono soggetti ad una sorveglianza rafforzata da parte dei centri regionali di farmacovigilanza, guidati dall’ANSM (Agenzia  Nazionale per la Sicurezza dei prodotti farmaceutici e sanitari) che aggiorna regolarmente la propria banca dati.

Il completamento del ciclo vaccinale non preclude il rispetto dei cd “gesti barriera”. Essi devono essere svolti a prescindere delle iniezioni ricevute. Così come le misure preventive relative alla manutenzione delle attrezzature e in particolare degli apparecchi respiratori utilizzati nelle nostre attività, come raccomandato dal CMPN.

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Immergersi dopo i vaccini

La commissione ci ricorda che si dovrebbe praticare attività subacquee se non ci si sente bene. Se sussiste un problema di salute e in particolare se sorge una reazione ad una iniezione di vaccino.

Come funziona un vaccino

La vaccinazione, qualunque sia il vaccino utilizzato, porta ad una reazione infiammatoria di varia intensità nell’organismo che comporta l’attivazione delle cellule endoteliali e delle piastrine. È possibile che ci sia quindi un’interferenza con il rischio di incidente da decompressione (PDD). Il fenomeno di gorgogliamento genera anche una reazione nell’organismo con l’insorgere di fenomeni infiammatori e di attivazione piastrinica (malattia da decompressione). Non si sa quanto duri questa sindrome infiammatoria. Probabilmente qualche giorno (probabilmente variabile tra 2 e 10 giorni), e se l’intensità di questa sindrome infiammatoria è correlata alla gravità della reazione generale al vaccino

L’unico modo per evitare un incidente da decompressione (PDD) … è quello di astenersi di fare immersioni!

Precauzioni dopo la somministrazione

Si raccomanda un periodo di astensione dalle immersioni per alcuni giorni dopo la vaccinazione. E poi la ripresa graduale delle immersioni all’interno della curva di sicurezza, ovvero all’interno della curva di sicurezza a meno di 20 metri. 

In caso di sensazioni anormali durante la pratica del vostro sport e dell’attività subacquea (dolore al petto, affanno sproporzionato, tosse, palpitazioni, malessere, stanchezza eccessiva), fermavi e segnalate il problema al vostro compagno o allenatore con il segno “che non va” ed uscite dall’acqua.

Dopo quasi due anni di circolazione virale in Francia, con misure di contenimento e restrizioni che hanno fortemente influenzato la pratica delle nostre attività subacquee, viene ricordato la necessità di riprendere progressivamente le nostre attività, qualunque esse siano, al fine di limitare i rischi di lesioni e incidenti

      Chi ha avuto la CoViD-19 o chi è semplicemente risultato positivo a questa malattia senza sintomi, dovrebbe sottoporsi a visita medica prima di riprendere ogni attività subacquea.

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Ripresa dell’attività subacquea post Covid-19: limitare i rischi

Purtroppo, il confinamento, nel contesto della pandemia di Covid-19, ha avuto un impatto definitivo su una parte della popolazione. La natura sedentaria del lockdown per molti di noi avrebbe dovuto richiedere una ripresa graduale delle nostre attività. Per limitare i rischi di lesioni o incidenti cardiovascolari. 

Non abbiamo, a tutt’oggi, nessuna certezza dell’impatto del virus sul rischio di incidenti sportivi. In particolare incidenti cardio-respiratori, incidenti da decompressione per i subacquei o sincope ipossica per gli apneisti.

I casi paucisintomatici (sintomi lievi)

I pazienti non ricoverati, con sintomi lievi, non hanno richiesto ossigenoterapia ossi screened CoViD-19 positivo. Non hanno riscontrato episodi di febbre superiore a 38°C o difficoltà respiratorie che abbiano richiesto il trattamento di ossigeno. Non hanno evidenziato tosse, diarrea, disturbo del gusto e olfatto.

A loro viene controindicato la pratica subacquea per alcune settimane (minimo 5 settimane dopo il presunto contatto). Prima della ripresa dell’attività sarà necessaria una rivalutazione medica. Quest’ultima deve essere svolta da un medico federale, sportivo o iperbarico. Eseguirà una valutazione clinica e une autovalutazione dello sforzo con ricerca della desaturazione (< 94 % alla fine dello sforzo). 

I casi da ricovero

I pazienti ricoverati, cioè testati positivi al CoViD-19, spesso con pneumopatia, hanno ricevuto un monitoraggio dell’ossigeno e un follow-up specializzato alla fine del soggiorno in ospedale.

Per loro, la durata della controindicazione della pratica subacquea va da 2 a 3 mesi a seconda dell’evoluzione clinica e della prima valutazione medica. Tale valutazione medica, svolta prima della ripresa dell’attività, comprende un esame clinico e autovalutazione dello sforzo, misurazione dell’ossigeno sotto sforzo (ricerca della saturazione < 94% alla fine dell’esercizio). In caso di dubbio sui risultati dell’autovalutazione, un ECG, analisi specialistica in base dei dati clinici e assicurarsi che lo stato ventilatorio e cardiaco siano normali.

I subacquei sottoposti a terapia intensiva

Infine, il subacqueo che è stato sintomatico e ricoverato in terapia intensiva con ARDS (Acute Respiratory Distress Syndrome), MODS di tipo viscerale (sindrome da disfunzione multiorgano) ed eventi trombo embolici, beneficerà di una riabilitazione medicalizzata e di un follow-up pneumo-cardiogico. La durata della controindicazione della pratica subacquea è di al meno 6 mesi e in certi casi, a seconda dei dati di follow-up, potrà essere contemplato un riorientamento dell’attività (snorkeling e apnea). 

In ogni caso, la ripresa delle attività sportive, quando lo stato di salute del paziente lo consentirà, dovrà essere molto progressiva.

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Lo stile di vita

Ebbene, da quanto esposto in precedenza, appare chiaramente che i giorni e settimane successivi alla contrazione del CoVid-19 nonché alla vaccinazione, in relazione alla pratica subacquea, non vanno presi con leggerezza né disinvoltura.

Pertanto, e partendo dal presupposto “maglio anticipare che curare!”, colgo l’occasione per rammentare alcuni principi basilari che ogni subacqueo dovrebbe avere sempre in mente e applicare (o almeno provare a fare…!).

Innanzitutto, al fine di assicurarmi una pratica subacquea sicura, devo essere in buona salute e in forma!

Le nostre attività subacquee sono esigenti in termini di sforzo fisico e reattività.

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Perciò è fortemente raccomandato di dormire abbastanza e di non consumare prodotti che potrebbero disturbare il proprio comportamento e le sensazioni in acqua (prodotti cd “ricreativi”, alcool, farmaci, certi tipi di cibo ecc).

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Se si ha un problema di salute, e/o se si deve seguire un trattamento farmacologico o quotidiano, meglio consultare un medico specializzato.

È raccomandato avere uno stile di vita attivo. Praticare l’attività fisica regolarmente (ogni giorno) privilegiando i mezzi di trasporto attivi (fare le scale, parcheggiare un po’ più lontano per camminare, scendere prima da un autobus/tram/metro, ecc.).

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L’idratazione

L’idratazione (intendo mediante acqua…!) prima e dopo le attività in acqua è fondamentale.

La percentuale di acqua nel corpo umano è in media del 70% e la disidratazione, legata all’immersione, aumenta la perdita d’acqua nel corpo. 

Poiché la disidratazione genera un fenomeno di viscosità sanguina che ostacola la corretta perfusione degli organi, vengono compromesse la saturazione e la desaturazione dei tessuti in gas inerti. Infatti, l’alterazione della mobilità delle micro bolle e l’incremento della coagulazione intorno ad esse rappresentano potenziali rischi di malattia da decompressione. 

Pertanto, durante l’immersione la scarsa idratazione preventiva aumenta il rischio di incidenti sportivi e di decompressione.

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Igiene orale

Inoltre, anche importante è la cura dell’igiene dentale. Una buona condizione orale previene i dolori dentali che le nostre attività subacquee possono causare. È raccomandata una visita preventiva annuale dal dentista, indicando la pratica sportiva subacquea. 

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Cura della schiena

Prendiamoci anche cura della nostra schiena! 

L’attrezzatura è spesso pesante, adottiamo le giuste posture e non vergogniamoci di portare un carrello o una borsa su ruote per aiutarci. 

Pensiamo ad aiutare il tuo partner e farci aiutare!

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Sott’acqua non siamo soli! Pensiamo sempre di riferire al partner/supervisore qualsiasi sensazione anormale, dolorosa o scomoda durante la nostra attività. La solidarietà, l’empatia e la condivisione sono i pregi imprescindibili di un bravo subacqueo. Prendere cura di sé stesso, attraverso piccoli accorgimenti tali quelli citati in precedenza, denota avere rispetto di sé stesso, il che rappresenta il primo passo verso il rispetto altrui.

Non mi rimane che augurarVi Buon Anno nel blu, nel verde o qualsiasi altro colore (penso a miei amati amici subacquei da “fango”!).

Buon Mare per chi ha la fortuna di averlo vicino e goderselo tutto l’anno, insomma, “Buon Tutto”, in sicurezza, in salute e nella consapevolezza dell’ambiente.

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