Il cuore del subacqueo

L’importanza del cuore del subacqueo e i rischi intrinseci dell’ambiente sottomarino ci obbligano ad essere consapevoli della nostra salute cardiovascolare.

Il cuore

Il nostro cuore è una sofisticata pompa elettrica. Che non smette mai di far circolare il sangue nel nostro corpo. È come se avessimo un contratto di fornitura di un servizio che funzione 24 ore su 24, sette giorni su sette. Il cuore, quindi, lavora molto sodo. In media, durante la nostra vita, pomperà più di 180 milioni di litri. Per farlo, batterà circa tre miliardi di volte.

Il cuore del subacqueo affronta un fardello maggiore. Perché la pressione dell’acqua sposta una parte del sangue verso la cavità toracica, creando più lavoro al muscolo cardiaco. Più ore passiamo sott’acqua e più lavoro aggiuntivo forniamo al nostro cuore. Ulteriori fattori, come il freddo e lo stress possono avere impatti sulla circolazione sanguigna.

Il cuore del subacqueo

I problemi cardiaci: una delle principali cause di decesso in immersione.

Nel contesto di questo aumento di carico del lavoro, i problemi cardiaci sono una delle principali cause di decesso in immersione.

Entrare in acqua, muniti di maschera, pinne, muta e bombole, per ammirare le profondità marine è senz’altro un’esperienza unica. Ma le immersioni subacquee stanno diventando un passatempo sempre più insidioso. Soprattutto per le persone avanti con gli anni. Molti subacquei non si rendono conto che le condizioni fisiche di quando avevano iniziato non sono più le stesse. I numeri parlano chiaro.

Il cuore del subacqueo

La ricerca del Professor Buzzacott

Attacchi di cuore ed ictus sono la seconda causa di morte tra i subacquei. Lo evidenzia una ricerca pubblicata sullo European Journal of Preventive Cardiology. L’autore dello studio è il Professor Peter Buzzacott, dell’Università dell’Australia occidentale. I subacquei seguono un rigoroso processo di formazione e vengono sottoposti a controlli medici. Ma la certificazione dura tutta la vita. Sovrappeso, ipertensione e colesterolo alto sono valori che potrebbero aumentare con il corso del tempo. Se non monitorati costantemente possono trasformarsi in un mix molto pericoloso per il cuore del subacqueo. Circa un terzo dei subacquei inseriti nella banca dati dello studio hanno più di 50 anni e molti di loro presentano fattori di rischio che li rendono maggiormente vulnerabili. In particolare circa il 54% è fumatore e quasi la metà in sovrappeso. Un terzo presentano valori anormali di colesterolo e pressione sanguigna.

Secondo lo studio del Professor Buzzacott i subacquei neofiti corrono rischi minori, perché si sono appena sottoposti a controlli medici. I problemi, insomma, si verificano tra i subacquei storici, che non hanno curato lavoro salute.

Il cuore del subacqueo

L’esperienza del Professor Revelli

Secondo Luca Revelli, docente dell’Università Cattolica di Roma, i subacquei che si sono formati negli anni 80 e 90 oggi hanno i capelli bianchi. Molti non hanno perso la passione per gli abissi. Anzi, con il proliferare di specialità didattiche, tendono ad aumentare sempre di più le proprie performance. Tutti gli studi tradizionali sulla fisiopatologia delle immersioni sono stati fatti su subacquei giovani. le stesse tabelle di decompressione sono state elaborate sui giovani. Dai cinquant’anni in su il metabolismo e le risposte fisiologiche sono diverse.

Il Professor Revelli conclude che con l’età aumenterebbe la suscettibilità all’infiammazione. Che potrebbe innescare tutta una serie di meccanismi di danno cardiovascolare.

Le condizioni del cuore

Alcune malattie cardiache sono ereditarie. Altre invece sono prevedibili attraverso un corretto stile di vita. I fattori di rischio derivanti da un pessimo stile di vita possono predisporre soggetti sani, e senza ereditarietà, a rischi come l’infarto o il prolasso della valvola mitraglia.

Il fattore di rischio ereditarietà purtroppo non presenta possibilità di prevenzione. Ad eccezione del corretto stile di vita. Purtroppo alcuni individui sono semplicemente predisposti a malattie cardiache.

Il cuore del subacqueo

L’importanza della ricerca

L’alto tasso di mortalità dovuto a malattie cardiache, non solo nel mondo della subacquea, rende importantissima l’attività di ricerca. Ad aumentare la necessità di ricerca cardiaca in ambito subacqueo è l’aumento dell’età media dei subacquei.

La ricerca aiuterà coloro che si occupano di medicina subacquea a comprendere le correlazioni tra invecchiamento della popolazione subacquea e problemi cardiaci. Con una ricerca aggiornata, i medici saranno in grado di curare sempre meglio il cuore del subacqueo. E, soprattutto, a prevenire l’insorgenza di malattie che possono provocarne la morte.

Il cuore del subacqueo

Ask DAN (chiedi al DAN)

DAN Europe, dal 1983 assiste i subacquei in difficoltà e conduce ricerche scientifiche per rendere le immersioni sempre più sicure. Ask DAN è una campagna di sensibilizzazione che mira a spingere il subacqueo ad interpellarli. Per essere sempre consapevoli e per non sottovalutare mai nulla.

DAN offre una serie di consigli su come immergersi in sicurezza a dispetto della data di nascita sulla nostra carta di identità.

Sappiamo che l’invecchiamento può favorire l’insorgere d malattie croniche. È quindi fondamentale richiedere sempre il parere di un medico subacqueo. Nel valutare la nostra idoneità il medico deve anche considerare le limitazione tipiche dell’avanzamento dell’età. Come la riduzione della prestanza fisica, della forza e della resistenza. Come l’alterazione della funzione polmonare o la riduzione della resistenza al freddo. Oppure come la vasocostrizione cutanea ed il significativo aumento dell’escrezione dell’urina.

Nella valutazione della nostra idoneità sarà poi cruciale la valutazione di un eventuale ipertensione, di un possibile aumento di valori come colesterolo e glicemia. Disturbi che l’invecchiamento in genera provoca normalmente.

Concludendo

La passione per il mare non conosce età. E nemmeno la passione per la subacquea. Anzi, gironzolando per i diving center, mi accorgo che sono sempre di più i subacquei con i capelli bianchi. E, sebbene non abbia il problema dei capelli bianchi, faccio anche io parte di questo gruppo.

Non esistono controindicazioni purché non ci si dimentichi che gli anni stanno inesorabilmente aumentando.

Dunque, il consiglio per tutti noi è quello di sottoporci spesso a controlli presso medici specializzati. Liberarsi dai chili di troppo, fare una sana e regolare attività fisica e tenere sotto controllo pressione e colesterolo.

Jacques Cousteau, il padre delle immersioni subacquee, si è immerso sino a 90 anni. Il subacqueo più vecchi del mondo ne ha 94. Alcuni anni fa, incontrai in barca, alle Isole Medas un arzillo signore di 85 anni. Era pronto per un’immersione. Era in gran forma. Ecco, uno così deve essere un modello per tutti noi. Se vogliamo continuare ad immergerci sereni per tutto il resto della nostra vita.

Il cuore del subacqueo

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