Squali martello a Ferragosto

Squali martello a Ferragosto, al posto dei gavettoni e della musica a palla. Un’immersione nel blu, come tante altre. Il nulla per venti minuti e poi, in un attimo, il delirio.

Sharm el Sheikh, mercoledì 15 agosto 2007

E’ il giorno di Ferragosto, il giorno delle feste, dei giochi, il giorno dei gavettoni e della musica alta. È il giorno delle “ferragostiadi” all’ Hilton di Sharm, così come in tutti i luoghi dove gli italiani si ritrovano in vacanza e non. Per noi invece è un giorno come ogni altro, che ci vede partire la mattina presto, assonnati.

Con la speranza che si trasformi in un giorno unico….

Tutto nella normalità; la colazione poi l’attesa che il pulmino che ci porti al porto, dove il caldo e l’attesa della barca non riuscirà a svegliarci. Il popolo subacqueo è al completo come sempre e nessuno si è fatto rapire dalla giornata festaiola. Nessuno ha rinunciato ad una giornata di immersioni per una giornata da “pirletti” al villaggio. E alla luce di quanto poi abbiamo visto penso che se qualcuno fosse rimasto a terra preferendo la caccia al tesoro piuttosto che un giorno a Tiran si sarebbe fucilato!

Squali martello

Le prime due immersioni

Ma andiamo per gradi….

Prima immersione della giornata agli Archi di Thomas. E già qui niente male, ma tutti noi conosciamo questa immersione e nonostante sia già sufficiente per aprire il cuore alle emozioni , andiamo oltre !

Secondo immersione a Jakson reef. E anche questa ha il suo perché, e come trovare un motivo valido per decidere di non entrare in acqua ? E a questa domanda forse nessuno mi saprà rispondere!

Squali martello

E poi la terza

Poi si decide per la terza immersione da fare nel pomeriggio, ”il blu” di Jakson Esterna, con tante speranze di fare qualche incontro ben gradito. Ma con la consapevolezza che potrebbe anche trasformarsi in un immersione da dimenticare. Perché come tutte le immersioni nel blu o le ricorderai a vita o vorresti non averla mai fatta. Perché l’unico incontro che potrebbe capitare di fare è proprio e solo il BLU!

Ma come sempre si decide di farla! Durante la preparazione, mentre ci si veste, le battute sul fatto che un gruppo di (anzi un “branco”) di pirla sta entrando in acqua per non vedere nulla si sprecavano. E che l’unico “banco” che potevamo vedere eravamo noi altro che quelli degli squali martello. E poi le prese in giro perché l’unica guida egiziana che in Mar Rosso non riesce a farti vedere uno squalo martello è con noi. E che quindi le speranze sono nulle.

…e per venti minuti il nulla

Ci facciamo forza a vicenda imitando con il segnale “martello” dei pugni alle tempie. C’è addirittura chi si inventa il nuovo segnale per indicare il “banco di squali martello”. Ci si scambia le pinne e si parte con le macchine fotografiche pronte ad immortalare il nulla.

Trascorriamo circa 20 minuti nel blu, passati a ridere. Filmandoci a vicenda per ingannare il tempo; chi gioca con un martello di gomma, chi come me intervista l’Antonio che racconta come in tutte le immersioni del blu fatte con Saied non si vede nulla. Ci si prende in giro, si scherza, si gioca aiutati anche dal fatto che la corrente non c’è e che la profondità a cui siamo ci vede tutti tranquilli.

Poi siamo colpiti dall’unico avvistamento dal momento in cui siamo entrati in acqua: una medusa! È fantastico, e così ci catapultiamo tutti a fotografarla ridendo e pensando “ecco vedi non è stata poi così inutile questa immersione!”

Ma ancora non sapevamo che quella medusa avrebbe cambiato il corso dell’immersione.

Squali martello
…in un attimo il delirio

In un attimo il delirio, oltre la medusa intravediamo un martello poi un altro e poi un altro ancora e ancora, insomma un banco di squali martello.

E così la medusa viene lasciata a se stessa, povera innocente medusa! Di quello che è successo da quel momento in poi, ogni attimo, ogni istante è nella mente dei presenti. Le sensazioni e le emozioni si trasformano in un boato, in urla di gioia. Basta un secondo per capire cosa abbiamo davanti ai nostri occhi. Basta un secondo per decidere di pinneggiare freneticamente verso quella meraviglia che può essere un banco di squali martello. Basta un secondo per avere la mente che gira a mille, per sentirsi l’adrenalina che avverti come un tuono in piena notte. Basta un secondo per emozionarsi davanti a quello spettacolo sognato, desiderato e finalmente avverato.

…ma noi subacquei siamo così…

Come ogni subacqueo che si rispetti tutti noi sappiamo che non si dovrebbe mai andare incontro ad uno squalo e noi che facciamo? Tentiamo ovviamente di buttarci nel mezzo. Tutti noi sappiamo che magari sarebbe meglio trovare un riparo tipo una parete e restare belli e tranquilli ad osservarli, e noi che facciamo? Pinneggiamo freneticamente urlando come bambini inferociti verso di loro. E gli squali martello che fanno? Ti attaccano come in tutti i film che si rispettano? Noooo, gli squali martello scappano, intimoriti da questa strana razza che fa bolle, che fa casino e che sembra impazzita. E si saranno anche chiesti cosa avranno mai da urlare.

Ma questi siamo noi subacquei, questa razza strana di persone che si emoziona davanti a tanta bellezza. Mi ritrovo nella descrizione del subacqueo che in ogni immersione trova qualcosa di bello, trova un bel motivo per cui è valsa la pena alzarsi presto. Ogni volta, ogni immersione, ogni tuffo è un concentrato è un esplosione di colori, di emozioni, di sentimenti che ti coinvolgono che ti avvolgono e che ti fanno sentire bene.

…fuori dall’acqua

Fuori dall’acqua, per ore, abbiamo continuato a ricordare a festeggiare anche ad urlare. Il tentativo di tenere tutto l’accaduto nascosto fino al diving è durato forse tre secondi, in vicinanza del porto già si sentivano le urla di gioia. Ma anche questo è bello della subacquea, l’entusiasmo di chi vive tutto questo non come uno sport ma come una passione. Una passione vera e profonda, che regala molto sia in acqua, mostrandoci cose meravigliose, sia fuori dall’acqua, incontrando persone fantastiche.

Per quanto mi riguarda le persone presenti quel giorno rimarranno nella mia mente e nel mio cuore per sempre. Ricordando insieme alle mie urla le loro urla di gioia. Credo che anche per loro o almeno lo spero sia lo stesso.

Arrivati in barca, dopo i festeggiamenti, arriva per me il momento inesorabile della consapevolezza di quello che ho vissuto. E i miei occhi iniziano a lacrimare, emozionata. Non ho vergogna, non mi nascondo mentre piango, mi lascio cullare dalle onde e permetto al sole di asciugarmi le lacrime che scendono guardando all’orizzonte felice di trovarmi li. Felice di aver vissuto, consapevole che vivrò altri momenti meravigliosi, grazie alla mia passione per il mare.

Ringrazio Giorgio, Saied, Antonio, Giulio, Marzio, Sara, Maria Luisa, Valeria, Marco. Perché li ringrazio? Perché esistono e perché c’erano quel giorno. Ringrazio chi non c’era. Perché? Perché forse in loro presenza non li avremmo visti…. Grammatica e punteggiatura sono lasciati al caso. Errori? Può darsi, ma me ne frego, come sempre…

Elena

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