Immersioni a Pantelleria. L’isola e l’amico.

Pantelleria: l’isola, l’amico e le immersioni. Un’isola dalla costa alta e tormentata che è stata casa mia per moltissimi anni. Un amico che ci va, per lavoro, tutte le settimane e che mi manda foto che acuiscono la mia nostalgia. Le immersioni in uno dei mari più belli e incontaminati del Mediterraneo.

L’isola

Esiste un posto nel mondo che parla solo a chi sa scoprirne il fascino. Una meravigliosa terra accarezzata dalla brezza dello Scirocco o del Maestrale, l’isola di Pantelleria.

A sole 37 miglia marine dalle coste tunisine, Pantelleria è un isola di origine vulcanica definita “Perla nera del Mediterraneo”. Per il colore nero della lava che la domina. E per la sua terra scura ma resa viva dai contrasti cromatici derivanti dalla fitta vegetazione di vigneti e capperi. Un’isola dalla costa alta e tormentata come la storia che l’ha segnata. 

Panorama Cala Levante Pantelleria
Panorama Pantelleria: Cala Levante e l’Arco dell’Elefante

La storia del luogo è strettamente legata alla sua posizione geografica e al mare.

Abbiamo informazioni a riguardo a partire dall’epoca del tardo Mesolitico quando si erano perfezionate e sviluppate le imbarcazioni ed il commercio attraverso il Mediterraneo. E quando arrivò dal mare il popolo dei Sesioti, per estrarre l’ossidiana, la pietra nera e lucida considerata l’oro della preistoria. Le tracce di mura, le abitazioni e soprattutto quei monumenti funebri chiamati sesi sono il risultato di questo insediamento. 

 Dopo di loro, i Fenici, che portarono l’isola al culmine della sua importanza. Fu introdotta la coltivazione della vite ad alberello, le fortificazioni, le cisterne, i santuari, il porto. Seguirono i Romani che perfezionarono le difese militari dell’isola. Poi i Bizantini e gli Arabi.

Al-Quasaryra, oppure Bent-el-Riah, “l’isola del vento”. Così gli Arabi chiamano ancora Pantelleria. Questo giardino colorato dove le cupole bianche dei dammusi, le tipiche abitazioni pantesche, un tempo raccoglieva l’acqua piovana assicurando la riserva d’acqua e contrasta con i vigneti di Zibibbo, gli ulivi e i capperi.

Pantelleria: i Dammusi
I Dammusi di Pantelleria

Io qui ho avuto casa e qui ho fatto il subacqueo per quindici anni. Io da Pantelleria me ne sono andato da un bel pezzo ma qui ci ho lasciato una parte del mio cuore.

L’amico

Lui si chiama Filippo, è di Palermo e con Pantelleria c’entra poco o niente.

Però, per motivi di lavoro, a Pantelleria ci va quasi tutte le settimane. E da un po’ di tempo ha iniziato a postare delle fotografie dell’isola. Scorci meravigliosi, unici. Che riconosco immediatamente e che fanno risalire in me tutte quelle emozioni che mi portarono ad innamorarmi di questo posto.

Man mano, su mia richiesta, le sue immagini mi arrivano direttamente. Gli chiedo di fotografarmi dei posti precisi. Quelli che per me hanno significato molto. Ho voglia di provare un po’ di nostalgia e, nello stesso tempo, sono curioso di sapere se e come sono cambiati.

Immersioni a Pantelleria. L’isola e l’amico.
Pantelleria: il mio libro e il Faraglione – Photo Credit: Filippo

Perché io a Pantelleria non ci torno più da molto tempo. Ma se chiudo gli occhi riesco ancora, perfettamente, a rivedere la sua meraviglia subacquea.

Le immersioni a Pantelleria

L’ambiente marino di Pantelleria è uno dei più ricchi e intatti del Mediterraneo.

Gli splendidi fondali di roccia mista a massi e sabbia sono l’ambiente ideale per ampie praterie incontaminate di Posidonia. I fondali corallini ricchi di tutti i tipi di gorgonie, di rarissimo corallo nero e spettacolari madrepore. Tanti i pesci tra cui saraghi, ricciole, dentici, cernie e dotti

Immersioni a Pantelleria. L’isola e l’amico.
Gli splendidi fondali di Pantelleria

Numerosissime sono le immersioni che si possono fare per scoprire le bellezze sommerse nelle immersioni a Pantelleria.

Le immersioni comprese nel tratto di mare prossimo a Cala Levante e Cala Tramontana sono le più spettacolari, a Pantelleria. E la scenografia è come poche: sulla sinistra domina il Grande Faraglione di Punta Tracino, sulla destra l’Arco dell’Elefante

Se spira vento da nord ovest sono calme le acque che bagnano Cala Levante; se spira vento da sud est è invece calmo il mare che bagna Cala Tramontana. 

Cala Tramontana

Due lunghe lingue di roccia lavica si adagiano sul fondale sabbioso. In mezzo, una franata di massi, molto ampia, offe riparo a grosse cernie e timidi polpi. Fin dai primi metri ci si accorge che qui il pesce non manca. La quantità di dotti è impressionante e poi i dentici, grandi saraghi e ricciole, presenti già a inizio immersione.

Immersioni a Pantelleria. L’isola e l’amico.
Una cernia a Cala Tramontana

La lingua più scoscesa, quella rivolta a sud est, forma un muro di una decina di metri. È rigoglioso di vita, completamente ricoperto da fantastici polipi arancioni di Astroides calycularis. Dal ciglio, si scende verso il fondo e a circa 45 mt di profondità si possono scorgere bellissimi rami di gorgonie bianche e rosse, di Leptogorgia sarmentosa e di falso corallo nero.

Immersioni a Pantelleria. L’isola e l’amico.
Polipi di Astroides calycularis
Aquarius

L’altra lingua di roccia lavica è più ampia, meno scoscesa e digrada molto più docilmente. Ribattezzata Aquarius perché è davvero un acquario. I barracuda stazionano lì fissi. Nuotano in grossi banchi, al ritmo lento della corrente, incuranti dei subacquei e del traffico delle barche in superficie.

Immersioni a Pantelleria. L’isola e l’amico.
Barracuda ad Aquarius

E poi i dentici, grossi, cattivi, sempre in caccia. E sul lato di destra ci sono i dotti, curiosi, mai schivi, sempre pronti a farsi avvicinare.

Chi vuole superare i 40 metri di profondità troverà un’ambiente paradisiaco.

Immersioni a Pantelleria. L’isola e l’amico.
Nuvole di Anthias su gorgonie bicolore
Il Faraglione di Punta Tracino

Il Faraglione di Punta Tracino, situato tra le cale di Tramontana e Levante, è un’enorme roccia di origine vulcanica che dalle profondità del mare raggiunge l’altezza di 35 metri. In particolare il fondo della franata del faraglione ospita una ricca fauna marina. Di saraghi, cernie brune, ricciole e banchi di pesce azzurro che nel periodo estivo fanno del faraglione la loro meta abituale.  I sovrani del fondale di Punta Tracino sono i dotti che qui vivono tutto l’anno.

A -39 metri, in caduta verso l’abisso regnano, in un ambiente di straordinaria bellezza, tra massi color porpora e sabbia bianchissima, le gorgonie ricoperte da numerosissime claveline.

Immersioni archeologiche a Pantelleria

La particolare posizione dell’isola, al centro di tutte rotte del Mediterraneo centrale, spiega le numerose testimonianze archeologiche presenti nei fondali marini. Sul fondale sabbioso sono stati individuati numerosi reperti come anfore, ceppi e macine risalenti all’epoca punico romana. Moltissime sono le anfore recuperate nei fondali intorno all’isola, tutte catalogate a cura del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali della Regione Sicilia ed il comune di Pantelleria. Sono conservate in un museo che ha sede nel paese di Pantelleria nella località di Arenella. 

Immersioni a Pantelleria. L’isola e l’amico.

Nel 2011, all’interno di un progetto molto importante, fu fatto un incredibile ritrovamento.

Che cosa è rimasto di quel tempo che fu? Di quell’isola che mi rapì il cuore? Spero tutto ma non so, sono ormai tanti anni che non ci vado. Forse troppi.

Di sicuro ci sono molti meno diving center. Nel suo massimo splendore ce n’erano sette. Ora credo ne siano rimasti un paio. Io, l’ultima volta mi sono immerso con Green Divers.

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