Immersione al Faro di Portofino

La Punta del Faro di Portofino è una delle immersioni più suggestive del promontorio. Un ambiente unico e spettacolare, un’immersione tutta da scoprire.

Mi capita spesso di avere la fortuna di poter ammirare, dall’alto della collina di Sant’Ambrogio, sopra Rapallo, lo scenografico panorama di quel tratto di costa del Golfo del Tigullio che va da Santa Margherita Ligure sino alla punta che delimita ad est il promontorio di Portofino, dove si erge questa costruzione di color bianco candido sormontata da un faro.
Una piccola protuberanza che sembra staccata dal resto della costa, un posto magico ricoperto dai pini marittimi tra i quali si erge un edificio a due piani con un torrione che si illumina di notte per fare da sentinella all’infinito.

Nelle serate estive, quando i venti da nord ripuliscono l’aria dall’umidità del mare, o di inverno, all’imbrunire, adoro perdermi, con un calice di vino rosso tra le mani, osservando rapito questa luce che ritmicamente lampeggia.
Guardare rapito il fascio luminoso brillante di un faro mi ha sempre donato un senso di pace e tranquillità.

Sotto questo tratto di mare, spesso lambito da forti correnti, si nasconde una delle immersioni più affascinanti del Mar Ligure.

Nel mio libretto delle immersioni, che purtroppo da anni è solamente mnemonico, penso che si possano contare almeno 100 tuffi al Faro di Portofino.
Qui mi sono perso per la prima volta alla guida di un gruppo di subacquei, ho percorso le prime grotte passanti, ho fatto la mia centesima immersione, ho vinto un concorso fotografico.
Qui ho passato ore ad ammirare le enormi “cernie del Faro”, ho attraversato tutti i pertugi con il mio amico Lorenz, mi sono spinto sino a dove la dorsale che ha origine dalla punta si spegne sulla ghiaia.
Qui ho passato infiniti minuti in decompressione ad ammirare, quando la corrente è veramente forte, la nuotata poderosa dei dentici.

Non è necessario seguire un percorso definito, è sufficiente scendere lungo la catena della boa di segnalazione del sito di immersione per trovarsi in un ambiente subacqueo caratterizzato da grossi massi che formano passaggi, grotte e tane.

Si può scegliere di visitare il vasto pianoro, rivolto a ponente, ad una profondità che non supera i 20 metri e nuotare in compagnia delle cernie brune e dei saraghi, mantenendo lo sguardo fisso nel blu in attesa dei predatori. Nei giorni in cui la corrente è sostenuta, dentici, ricciole e orate passano con fare minaccioso.

Si può decidere di focalizzare la propria attenzione nella zona in prossimità del basamento della catena della boa. Troviamo due grossi massi, ricoperti di madrepore gialle, attorno ai quali nuotano pigramente degli enormi esemplari di cernia, che vigilano le proprie tane, e dei gruppetti di allegre corvine, che danzano elegantemente nell’acqua. Gli anfratti della roccia diventano delle tane e fessure ideali per le murene e per i polpi. Tra i buchi solitamente fanno capolino aragoste, cicale e granseole.

Oppure si può optare per scendere a profondità maggiori, seguendo la dorsale che dalla punta del Faro scende addirittura sino a -70.
È il regno dei gorgonacei e del corallo rosso. Dapprima incontriamo singole ramificazioni di gorgonie bianche e gialle e man mano che scendiamo enormi ventagli di gorgonie rosse che frequentemente sono adornate da stelle gorgone oppure da uova di gattuccio.
Ci sono anche sporadiche ramificazioni di Leptogorgia Sarmentosa e, più in basso, stupende colonie di falso corallo nero, che con i loro polipi gialli colorano l’ambiente che a quella batimetrica diventa scuro.

Consigli per gli acquisti:

✅ La scelta del diving center è una condizione necessaria per la riuscita di un’immersione divertente.
Style Diving ha base a San Michele di Pagana, tra Rapallo e Santa Margherita Ligure ed è un centro immersioni a misura di subacqueo. Comoda la logistica, come sono comodi i servizi e l’imbarco.
La barca è molto bella ed è in linea con lo stile “lounge” che Elena e Marco propongono.
Insomma lo “style diving”…

✅ Il Faro di Portofino è un’immersione poliedrica, affrontabile da tutti i subacquei, in base alla loro certificazione ed alla loro esperienza.

¬ Coloro che sono brevettati Open Water possono scendere lungo la catena della boa sino ad una profondità di 12/15 metri e proseguire verso la parete di fronte, distante non più di 15 metri, per raggiungere la franata di massi ricca di pesce stanziale.

¬ Chi ha conseguito il brevetto che abilita a profondità superiori (Advanced Open Water o secondo livello) può proseguire la sua discesa sino al basamento della catenaria per ispezionare i due grandi massi alla ricerca delle cernie più grandi, delle aragoste e delle murene.

¬ I più esperti (Deep Diver) possono scendere sulla dorsale e raggiungere la zona delle gorgonie sino a 40 metri.

¬ C’è spazio anche per i subacquei tecnici. Sotto i 60 metri il Faro nasconde segreti che un giorno vi racconterò.

Precauzioni:

Il tratto di mare attorno alla Punta del Faro molto spesso è battuta da forti correnti che spingono in direzione sud est, verso il mare aperto.
Consiglio di valutare sempre il livello di corrente non appena ci si tuffa in acqua. In tal caso è meglio scendere con la catena della boa come preciso riferimento. Sul fondo la dorsale protegge dalla corrente ma in situazioni di questo genere preferisco non avvicinarmi troppo ad esse e sicuramente evito si nuotarci a ridosso o addirittura di superarla.

Un’ultima considerazione. Spesso il mare, nei giorni in cui spira vento da sud, forma un’onda ed una risacca che si può rivelare pericolosa e soprattutto fastidiosa per chi soffre il mare.
In quei giorni cercate qualche sito più ridossato.

👌