Salentu: lu sole, lu mare, lu ientu (side 2)

Punta Lea: l’immersione nel Parco di Porto Selvaggio

Esattamente quattro anni fa visitai per la prima volta il Salento. Del mio primo incontro con Porto Selvaggio ricordo i contrasti cromatici del cielo azzurro, della macchia mediterranea verde vivo, delle rocce chiare e del mare limpido e turchese. Mi tuffai in quelle acque senza sapere che lì sotto ci sarebbe stato un bellissimo itinerario subacqueo.
Punta Lea è una piccola protuberanza che delimita a nord la baia rocciosa di questo parco naturale e che d’estate è gremita di turisti che fanno il bagno e che si avventurano tra i suoi anfratti con maschera e pinne. In mezzo a loro qualche pescatore in apnea cerca il successo nel tentativo di portare in superficie un bottino.

Tramonto a Punta Lea
Un meraviglioso tramonto su Punta Lea

L’immersione inizia in un tratto in cui la prominenza rocciosa della punta scende dolcemente sotto il livello del mare, formando una piccola ansa semicircolare dove più volte mi è capitato di incontrare qualche vorace ricciola che, con una nuotata potente, attraversa come una saetta il bacino, così velocemente da non permettermi di immortalarla ne con una fotografia ne con una ripresa video. Peccato! Quest’estate ho visitato questo sito tre volte ed in due occasioni sono apparse. Sebbene fossi preparato, nella prima occasione con la macchina fotografica impostata e nella seconda con la GoPro pronta, questi meravigliosi predatori mi hanno lasciato con un palmo di naso.
Da una cavità naturale della roccia nasce un tunnel variopinto e appare una parete molto colorata. Il mio occhio curioso e, soprattutto, la mia voglia di immortalare ogni attimo della vita subacquea, mi spinge ad ispezionarla minuziosamente. È completamente ricoperta di spugne, dalle più comuni grigie e rosacee (con le solite vacchette di mare appollaiate sopra di esse) a quelle con i colori più appariscenti, gialle ed arancioni. Nelle zone più in ombra le margherite di mare, piccole madrepore gialle, aumentano il favoloso contrasto cromatico. Sulle sporgenze della roccia, nei pochi spazi lasciati liberi, i briozoi resistono tenacemente alla corrente continua. La macchina fotografica è pronta per immortalare uno dei miei soggetti preferiti: il nudibranco.

Proseguo verso mare aperto, su un fondale sabbioso, verso una secca sulla cui parete è appoggiata una bella ancora ammiragliato, completamente ricoperta di concrezioni.
Il viaggio sul sabbione è sempre ricco di incontri. Tralascio le triglie, le sogliole o i rombi. In quella zona vive una fantastica Tonna Galea. Sono ad una profondità di 22 metri, posso permettermi di rimanere con lei una decina di minuti. La riprendo in ogni suo punto, affascinato dalle spirali della sua conchiglia, aspetto che esca da essa e seguo il suo lento cammino che lascia tracce indelebili sulla sabbia.

Rientro sulla parete e mi infilo nei numerosi passaggi tra la roccia carsica per ammirare i giochi di luce che appaiono all’uscita grazie a nuvole di saraghi le cui livree argentee riflettono i raggi del caldo sole pomeridiano.

Giochi di luce da una grotta
Giochi di luce all’uscita di una grotta

L’ultimo incontro, prima di fare una sosta di sicurezza in mezzo alle castagnole, è con una lepre di mare dagli anelli. Sta pigramente appoggiata su una roccia ed è così grande che per farla stare tutta nell’inquadratura mi devo allontanare. Aspetto con pazienza che si muova, che mi permetta di vederla in tutta la sua sinuosità e che magari mi regali una danza. Purtroppo non ne ha voglia.

Aplysia Dactylomela
Lepre di mare dagli anelli (Aplysia Dactylomela)

I miei compagni di immersione sono risaliti da un pezzo forse è meglio che anche io torni su.

Questa immersione ha una profondità massima di 22 metri ed è perfetta per i subacquei certificati Open Water. L’alta concentrazione di flora e di fauna permette di apprezzare appieno le ricchezze che il Mar Mediterraneo può offrire. Per i subacquei più esperti è una bella seconda immersione mentre, per chi ha la apposita certificazione, è una meravigliosa opportunità per una night dive. E’ ideale per i fotografi subacquei.

La Grotta delle Corvine: la casa dell’ultimo neandertaliano

Il gommone del Diving Service Costa del Sud ormeggia in prossimità della costa della baia di Uluzzu, un piccolo golfo naturale creatosi all’interno dell’area protetta di Porto Selvaggio.
Questa zona rappresenta un sito archeologico importante, in quanto custodisce uno dei giacimenti preistorici più importanti, tra quelli conosciuti, a livello europeo, grazie alla presenza delle grotte del Cavallo, di Carlo Cosma e di Uluzzo.
I ritrovamenti hanno permesso di accertare che qui ha vissuto l’ultimo neandertaliano, o forse il primo sapiens europeo, e di studiare alcuni comportamenti dell’uomo preistorico che ha vissuto su questo territorio.

Una enorme stalattite all'interno della grotta
Una enorme stalattite all’interno della grotta

La Grotta delle Corvine è la più grande cavità carsica sommersa tra quelle, sino ad ora, localizzate nell’area costiera salentina.
E’ stata ribattezzata così perché durante le prime ispezioni, circa vent’anni fa, una famiglia di splendide corvine dimorava qui, in sostituzione dell’uomo preistorico.

Andrea Costantini, titolare Diving Service Costa del Sud, all’interno di una delle tre bolle d’aria

L’ampio ingresso si apre a circa 12 metri di profondità ed immette in una spaziosa galleria, lunga più di venti, che conduce ad una grande sala al fondo della quale si trovano tre bolle d’aria, non comunicanti con l’esterno, le cui pareti sono adornate da spettacolari stalagtiti e stalagmiti tutt’ora attive.
Alcune di queste superano il metro di lunghezza e sono testimoni inconfutabili di un lungo periodo durante il quale la grotta era ubicata al di sopra del livello del mare e quindi probabilmente usata come dimora dai nostri antenati.

E’ un immersione molto particolare, per certi versi atipica. La camera della grotta è molto ampia e la sua altezza permette ai subacquei di non alzare sospensione a causa delle pinneggiate. Le volte sono ricoperte di madrepore e man mano che si penetra si possono ammirare le stalagtiti e le stalagmiti che sono cresciute sulla roccia che è stata successivamente conquistata dal mare.
Ma la parte straordinaria è la componente speleologica con la visita alle tre camere d’aria dove ho potuto ammirare le opere d’arte che la natura sta ancora creando e respirare gli umidi vapori generati dal mare che incontra questi spazi aerei chiusi.

L'ampia uscita della grotta
L’ampia uscita della grotta

Per la profondità decisamente ridotta, questa immersione è adatta anche al subacqueo di primo livello. Però io consiglio sempre il necessario training prima di immergersi in una spazio chiuso.

👌