Immersione sullo Scoglietto di Portoferraio

Un meraviglioso ambiente coralligeno con immancabili aragoste. Poco distante da noi banchi di argentee ricciole ed alcuni piccoli ma poderosi tonni ci sfilano velocemente davanti. E’ l’immersione sul Panettone dello Scoglietto di Portoferraio.

Lo Scoglietto di Portoferraio

Isola d’Elba. All’esterno dell’insenatura di Portoferraio c’è un isolotto, dominato da un faro, i cui fondali sono uno dei migliori esempi di biodiversità del Mar Mediterraneo. Lo Scoglietto è uno dei punti preferiti dai subacquei per le loro immersioni. Nel periodo che va dalla tarda primavera all’autunno inoltrato si incontrano regolarmente cernie, barracuda, dentici e grossi banchi di ricciole. Nella prateria di posidonia trova rifugio un’abbondante fauna di invertebrati.

Il tratto di mare che lo circonda è compreso nell’area di tutela biologica “Le Ghiaie – Scoglietto – Capo Bianco”, al cui interno è vietata la pesca.

L’immersione sul Panettone dello Scoglietto di Portoferraio

Ad una cinquantina di metri della punta rivolta a nord est dello Scoglietto si trova un grosso masso alto circa 10 metri, simile ad un panettone, che giace su un fondale di sabbia a 52 metri di profondità.

E’ l’immersione sul Panettone dello Scoglietto di Portoferraio.
Le sue pareti ed il suo sommo sono ricoperte da grossi ventagli di gorgonie rosse mentre i suoi anfratti sono popolati da decine di aragoste.

È una splendida mattinata di fine settembre. Il sole autunnale tenta faticosamente di riscaldare l’aria frizzante che avvolge l’arcipelago toscano.

Il mare è piatto e riflette la luce del sole. Lo solchiamo a bordo di uno dei gommoni del diving center Diving in Elba. Alla guida un omone con gli occhiali. Parla sempre e ama scherzare. Sembra un burbero ma ha un cuore d’oro. Si chiama Fabio, per gli amici Fabione. Quando parla del mare gli si illuminano gli occhi.
Scendo in libera, insieme a Giorgio e alla guida subacquea del diving center che ci accompagnerà in questo tuffo. Federico è un ragazzo di montagna imprestato al mare. È originario di Sestriere, d’inverno è un maestro di sci e d’estate fa l’istruttore subacqueo all’Isola d’Elba.
Scarico il mio gav per scendere su questo spettacolare ed incantato blocco di pietra.
Non c’è corrente e la visibilità è eccezionale. Inizio a scorgerne la sagoma molto prima di approdarci sopra. Le gorgonie si ergono maestose con i loro ventagli.

Lo percorriamo in senso antiorario soffermandoci ad ammirare questo meraviglioso ambiente coralligeno e le immancabili aragoste. Poco distante da noi banchi di argentee ricciole ed alcuni piccoli ma poderosi tonni ci sfilano velocemente davanti.

Il rientro verso la parete dello Scoglietto

Ci lasciamo il panettone alle spalle per pinneggiare sopra un fondale sabbioso, inframezzato da piccoli scogli, per raggiungere il lembo estremo della roccia sommersa dello Scoglietto. Siamo in prossimità della punta delle gorgonie, la cui parete si erige dalla sabbia da una profondità di 47 metri.
Qui si incrociano le correnti provenienti da nord est e da nord ovest e questo fenomeno permette alle gorgonie di proliferare ed aprirsi in grossi ventagli rossi e gialli.
Percorriamo questa lunga parete che presenta una serie di canyon, di insenature e di due grosse grotte le cui volte sono tappezzate dal giallo intenso delle margherite di mare.

Il fondale risale naturalmente, sino a 30 metri di profondità, quando si incontra la franata dello Scoglietto, ricoperta di posidonia.
Tra gli anfratti fanno capolino le murene, con il loro atteggiamento sempre minaccioso. Nelle loro tane, si nascondono, paurosi, i polpi. Intorno grosse cernie nuotano tranquille, quasi danzassero leggere.
Più in alto vortici di barracuda creano fantastici giochi di luce grazie alla loro livrea argentea. Non mancano alcuni dentici minacciosi e l’ennesimo gruppo di ricciole mi nuota davanti, scartandomi a velocità impressionante.

Dalla superficie sento il rumore di un motore. Il gommone del diving sta venendo a prenderci nel luogo prestabilito durante il briefing.

È il momento di iniziare la nostra risalita. Inizia la decompressione.

Risaliamo dopo 90 minuti trascorsi sott’acqua.
Dal gommone volgo lo sguardo verso la punta dello Scoglietto rivolta a nord.
Abbiamo davvero pinneggiato attraverso un lungo tragitto. Immergendoci in uno dei siti più ricchi del nostro mare: l’immersione sul Panettone dello Scoglietto di Portoferraio.

👌

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