Immersione a Portofino: il Piroscafo Genova

27/07/1917 – 27/07/2017 : l’immersione del centenario.

Il racconto dell’immersione sul piroscafo Genova nel giorno del centesimo anniversario del suo affondamento. Un immersione che non può mancare nel loogbook di un subacqueo tecnico.

Probabilmente il 27 luglio di cento anni fa era una meravigliosa giornata di sole come oggi, la prima Guerra Mondiale era in pieno svolgimento e parecchie navi, in tutto il Mediterraneo, si erano già inabissate a causa degli attacchi nemici. 

Il Genova era un piroscafo di quasi quattromila tonnellate di stazza lorda che era stato costruito nel 1904 ed era di proprietà dell’Ilva di Roma.
Il 27 luglio del 1917 era partito da La Spezia con un prezioso carico di cannoni ed altro materiale bellico. Purtroppo non disponeva di una scorta adeguata per tutelarlo dai possibili attacchi dei sommergibili nemici. Un U-Boot tedesco lo intercettò e lo silurò sulla fiancata destra, all’altezza della prima stiva di prua.
Il grande piroscafo non affondò immediatamente. Riuscì a raggiungere la baia di Paraggi dove poté sbarcare incolume tutto l’equipaggio per poi agonizzare parecchie ore prima di inabissarsi di prua, andandosi a posare in perfetto assetto di navigazione al largo della baia, su un fondale melmoso di sessanta metri.
È lungo più di cento metri per una larghezza di quindici circa.

Oggi è il 27 luglio 2017 e sono passati esattamente cento anni.
Sono le cinque del mattino, quando la sveglia suona nella mia stanza di Torino. Ho riposato male a causa del gran caldo e dell’adrenalina. Il cielo è ancora buio quando mi metto in macchina verso il mare. Sto andando laggiù, a celebrare degnamente questo gigante d’acciaio.
L’immersione del centenario è stata organizzata da Style Diving di San Michele di Pagana, splendido borgo marinaro tra Rapallo e Santa Margherita Ligure.

La giornata è splendida, un caldo sole irraggia le acque blu cobalto del Golfo del Tigullio. Il mare è calmo, c’è soltanto una leggera corrente in superficie. Le condizioni sembrano perfette per andare a rendere omaggio al piroscafo Genova.
Oltre a me, in barca ci sono altri cinque subacquei. Un gruppo di tre scenderà con il circuito chiuso utilizzando rEVO, il nuovo rivoluzionario rebreather prodotto da Mares. Il mio gruppo scenderà invece con il circuito aperto con bi bombola 12+12 caricato con Trimix 21/35 e con due bombole per la decompressione, cariche rispettivamente di EAN 50 ed ossigeno puro.

Man mano che scendiamo in profondità mi rendo conto che la visibilità non sarà eccezionale. Purtroppo siamo in una zona di mare abbastanza ampia, spesso dominata da forti correnti, con un fondale melmoso. Trovarsi al cospetto del piroscafo sommerso in condizioni ottimali è un evento molto raro.
Oggi la visibilità in immersione è comunque sufficiente a farci vedere il ponte in quasi tutta la sua larghezza e a darci una prospettiva del relitto man mano che procediamo, da poppa verso prua.
Sott’acqua l’ambiente è particolarmente eccitante, i raggi del caldo sole estivo irradiano timidamente le acque profonde della baia di Paraggi ed intorno a me la struttura scheletrica appare mastodontica ed avvolgente. Cime e reti da pesca, che il “Genova” ha voluto strappare ai pescatori che decidevano di depredare il suo piccolo regno di mare, gli conferiscono un aspetto leggermente tetro.

In questi cento anni, il mare ha veramente conquistato tutto. Ogni centimetro quadrato d’acciaio è completamente ricoperto di alghe e di formazioni spugnose a canna il cui giallo dona all’ambiente una luce confortante. Su di esse colonizzano le madrepore mentre sugli idrozoi le flabelline lilla danzano al ritmo della corrente sventolando allegramente le loro rosse appendici.
Il relitto svolge anche la funzione di secca subacquea artificiale in mezzo ad una baia completamente sabbiosa. Gli scorfani, le murene, i gronghi e i saraghi hanno scelto questo luogo per abitarci.
Questo monumento di ferro, sepolto negli abissi, per molti anni abbandonato nelle acque colonizzatrici del Tigullio, conserva un piccolo pezzetto di storia e lo preserva facendosi ammirare solo raramente e solo quando lo decide.
Il mare dal canto suo lo ha accolto, lo ha protetto e ricoperto trasformandolo in una creatura vivente, offrendogli una seconda vita.

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