Sott’acqua con Yme Carsana

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Tenacia, perseveranza, coraggio e ricerca di cambiamento sono le principali caratteristiche che hanno permesso ad un biondino ventenne di intraprendere un lungo viaggio per diventare uno dei più importanti esempi di management e formazione didattica nel panorama della subacquea italiana e non solo.

Su una parete del mio piccolo studio, esattamente di fronte alla scrivania, ho attaccato uno sticker che recita “life begins at the end of your comfort zone”, la vita inizia dove finisce la tua zona di comfort.
Penso che nessuna definizione possa calzare, meglio di questa, addosso a Yme Carsana.

La comfort zone non è altro che la gabbia che ci siamo costruiti, lo spazio in cui ci muoviamo senza ansia e senza paura. Uno spazio fisico, emozionale e mentale nel quale ci sentiamo completamente a nostro agio ed è quindi naturale per tutti noi cercare di rimanere il più spesso possibile al suo interno, in un territorio che ci da pace, tranquillità e sicurezza.
Il rischio che si corre rimanendo nella zona di comfort è quello di non osare mai e rimanere intrappolati in una vita noiosa, che non ci piace e che ci da la sensazione di buttare via il nostro tempo.

Yme nasce in una famiglia mista, papà bergamasco e mamma olandese, e grazie a queste caratteristiche di multietnicità e multiculturalità sviluppa da subito l’apertura mentale necessaria per accogliere novità, esperienze e scoperte.

Ha compreso sin da ragazzo la sua passione nei confronti del mondo sottomarino, al punto da investire parte dei suoi primi risparmi in un corso subacqueo.
Giovanissimo e pieno di entusiasmo è partito per il centro America e ha vissuto in Honduras, a Panama, in Messico, in Belize ed in Florida per completare il lungo percorso che lo avrebbe portato a diventare un istruttore subacqueo.

Ha iniziato a lavorare come istruttore subacqueo a 25 anni prima a Santo Domingo e dopo a Sharm El Sheikh, nella capitale della subacquea.
Qualche anno dopo è stato nominato manager e gli sono stati affidati due diving center in Kenia.
Tornato in Egitto, come Area Manager, ha creato una delle più importanti realtà subacquee di quegli anni, con 150 dipendenti tra istruttori, manager e responsabili di amministrazione. In quegli anni i suoi diving center certificavano più di 8.000 subacquei all’anno per un fatturato di oltre 5 milioni di dollari.
Nel 1999 Yme diventa Course Director PADI e due anni più tardi rientra in Europa per lavorare come Instructor Examiner per la Spagna, l’Olanda, l’Italia, il Portogallo ed il Belgio.
In 14 anni certifica oltre 3.500 nuovi istruttori.

L’ho conosciuto in questa fase della sua vita professionale, nel 2008, quando mi rivolsi a lui perché volevo che il Diving Cala Levante di Pantelleria, di cui mi occupavo della parte organizzativa, diventasse un centro PADI.
Nel 2011, in occasione del mio crossover da istruttore CMAS a istruttore PADI, fui valutato da lui e negli anni successivi, in qualità di IDC Staff, collaborai alla preparazione di alcuni candidati istruttori che passarono sotto il suo giudizio.
In queste occasioni ebbi modo di apprezzare la sua maniacale preparazione didattica e le sue forti competenze in tema di rispetto degli standard e delle procedure di sicurezza.
Il suo carisma e la sua reputazione gli consentivano di essere ascoltato e a ragion veduta. Durante la valutazione Yme è sempre stato imparziale, conscio dell’importanza del ruolo che ricopriva, quello di conoscere ed applicare delle regole per far bene il proprio mestiere ed avere rispetto per la vita degli altri.

Nel 2014 Yme cambia di nuovo pelle e assume il ruolo di Sales & Marketing Manager per l’Italia per conto di SSI. In due anni rilancia l’agenzia didattica acquistata da Mares facendo crescere giovani trainer, aumentando il numero dei centri affiliati e delle certificazioni emesse.
Essendo però il cambiamento il fulcro della sua vita decide di tornare ad occuparsi di formazione in modo più diretto acquisendo i titoli di International Training Director, che gli permetterà di lavorare alla formazione degli Instructor Trainer SSI a livello internazionale, e di International Technical Trainer Director per potersi concentrare anche sulla formazione dei Trainers Tecnici.

Contestualmente Yme inizia a scrivere articoli per il blog subacqueo di Mares. Attirato da questa nuova veste decide di aprire un proprio blog personale nel quale racconta le sue esperienze professionali e regala preziosissimi spunti per chi vuole provare a cambiare vita, inseguendo il sogno di diventare istruttore subacqueo.
Poco tempo fa sono andato a trovarlo a Santa Margherita Ligure e mi ha raccontato di quanti ragazzi ha conosciuto durante le sue valutazioni, di quanti hanno mollato dopo aver conquistato la certificazione da istruttore. Si chiedeva perché una persona dovesse rimanere intrappolato in una vita che non gli piace e che non gli da soddisfazioni quando ha la chance di fare qualcosa di bello, in un posto che gli piace, facendo un mestiere che gli piace e magari provando a guadagnare di più. Mi ha raccontato di quanto fosse stato tenace e testardo durante i suoi anni iniziali e di come fosse desideroso di cambiare non appena aveva imparato quello che voleva imparare in un posto.
In alcune sezioni del suo blog Yme cerca di dare un supporto non solo tecnico a tutti coloro che che vorrebbero provare a cambiare vita ma hanno le resistenze e le paure della gabbia della zona di comfort. Perché non è vero che non c’è il lavoro per chi come lui ha la passione per il mare. Perché per questi talenti c’è il lavoro dei loro sogni, in giro per il mondo con l’opportunità di conoscere sempre posti nuovi ed imparare nuove culture e nuove lingue.

Proprio il coraggio di mettersi sempre e costantemente in gioco lo ha spinto verso il mondo dei rebreather. Partendo da zero e studiando in modo maniacale, in un mondo dove molti nascono imparati, Yme in due anni ha completato tutta la formazione accumulando diverse centinaia di ore alle immersioni con rEvo, sino a diventare istruttore.
Ultimamente è molto attivo nell’insegnamento di corsi CCR rEvo e Tech e continua tenacemente a voler imparare cose nuove e a voler fare nuove esperienze perché, al contrario di molti di noi, lui fatica a restare all’interno della zona di comfort.

“Avere la possibilità di diffondere, divulgare e ampliare le prospettive di un mondo così speciale come quello subacqueo fa si che il mio lavoro non sia mai solo un lavoro e che un punto di arrivo non sia mai contemplato” (Yme Carsana).

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